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Cani importati illegalmente in Italia, per i cuccioli viaggi dell'orrore dalla Slovacchia

La Polizia di Rimini, col supporto delle Guardie Ecozoofile, ha sgominato una banda di trafficanti di cuccioli di cane. L'inchiesta era partita nel 2018, quando emerse che dalla Slovacchia uno dei malviventi muovesse un ingente numero di animali alla volta dell'Italia. Secondo le accuse a gestire il tutto era un nucleo famigliare, composto da un italiano che viveva all'estero, la sua compagna e il figlio della coppia. Il trio si occupava di reperire i cani appena nati negli allevamenti locali, pagandoli tra i 30 e i 100 euro, per poi trasportarli in Italia dove sarebbero stati venduti a prezzi che variavano tra i 1000 e i 1800 euro. Per i cagnolini iniziava così un viaggio dell'orrore, stipati in gabbie sporche, senza cibo o acqua, quando ancora non avevano compiuto i tre mesi e 21 giorni previsti dalla legge per lo svezzamento. Gli animali, inoltre, non erano sottoposti a vaccinazioni o, se fatte, non avevano ancora sortito il suo effetto di protezione sanitaria. Allo stesso tempo, affidandosi a una stamperia nel napoletano, alcuni cuccioli venivano spacciati per figli di campioni con tanto di pedigree. Irregolari anche i microchip: reperiti sul mercato asiatico e inoculati da personale non veterinario. Al termine di quest'indagine sono scattate 5 misure di custodia cautelare in Italia e due in Slovacchia. In Romagna è finita ai domiciliari una donna di Cesenatico 36enne, che fungeva da centralinista per smistare le vendite e un 60enne di Santarcangelo, anche lui eitenuto addetto alle vendite. La banda aveva un volume d'affari stimato intorno al milione di euro e, secondo gli inquirenti, sono stati oltre 5mila i cuccioli venduti in maniera truffaldina.

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