Con il fallimento del Cesena muore un pezzo della città
Il Cesena calcio è sull’orlo del fallimento e questo è un autentico dramma sotto tanti aspetti, perché ogni volta che fallisce la squadra di una città, in questo caso una società fondata addirittura nel 1940, muore insieme a lei un pezzo della città, della sua storia, dei propri tifosi e dei cittadini stessi. È stato fatto proprio tutto per salvare la società? È possibile trovare ancora una soluzione? Dov’è stata la politica finora? La situazione difficile del Cesena è ormai nota dal lontano 2012. Credo che questo non è il momento per scaricare le responsabilità alla società attuale o precedente, all’amministrazione comunale o ad altri. Questo dovrebbe essere il momento dell’unione, Cesena ha delle grosse aziende e credo che la politica senza alcuna differenza tra maggioranza e opposizioni dovrebbe in ogni modo favorire il salvataggio di un’azienda nella quale lavorano tante persone che hanno stipendi normali: magazzinieri, fotografi, giornalisti, addetti stampa, osservatori e altre professionalità, oltre alle aziende e tutte le società dilettantistiche che lavorano nell’orbita del Cesena calcio. Questo non è un dramma soltanto per la famiglia Lugaresi a cui va detto grazie per avere tenuto viva la società finora tra numerosissime difficoltà, è bensì anche il dramma di tante famiglie che resteranno senza stipendio da un giorno all’altro, inoltre, sul Cesena calcio partirà sicuramente una speculazione, si farà avanti gente in cerca di pubblicità e notorietà, come avviene ogni volta che una società di calcio fallisce. Il calcio è per tanti bambini il sogno della propria vita, aiutiamoli a continuare a coltivare questo sogno, lo stesso sogno che tanti di noi abbiamo avuto, cioè quello di poter giocare per la squadra della propria città. Per migliaia di cesenati lo stadio è un ritrovo fisso, una specie di rito magico, è la giornata che si aspetta per tutta la settimana.