Visita del Papa, una bella storia: non vende neanche una brioche e le dona tutte agli scout
Quello che ho vissuto suona più o meno così: le tante persone attese per il 1º ottobre per la visita del Papa; l'investimento per l'acquisto di brioche, pizzette e per il personale, la sveglia alle 5, le transenne di fronte al locale che impediscono l'accesso a chiunque, la delusione dei titolari. Sembra una storia già sentita. Ma poi la storia viene capovolta. Mi spiego meglio. Ho 22 anni e lavoravo al ristorante greco Atene, di Cesena, in piazza Amendola. Lo stesso ristorante che, nei giorni precedenti, aveva investito tempo e denaro nella preparazione di quella giornata. Tante persone previste che fin dalla mattina presto avrebbero affollato la sala.
La mattina del 1º ottobre ero a fare servizio d'ordine in piazza del Popolo col mio fazzolettone e il mio gruppo, scout, di Cesena. Appena salutato il Papa sulle 10, mi reco al ristorante per un saluto a Dinko ed Elena, quando noto le transenne e le facce desolate dei due titolari. Le transenne per la sicurezza e la severa attenzione ad accessi e deflussi hanno impedito alla loro attività di vedere entrare i clienti. Nemmeno uno. Sui tavoli 80 brioche che andavano smaltite e nessuno che sapesse trovare alternative al cestino. Sto per salutarli per recarmi a Sant'Agostino dove avrei assistito alla S.Messa organizzata per tutti i bambini e ragazzi scout che hanno assistito al passaggio del Papa. Finché Elena, guardandomi a testa bassa propone di portare tutte le brioche per i nostri lupetti (bambini 8-10 anni). Rifiutando il denaro offertogli in cambio, nonostante il totale flop economico della mattinata. Accetto il dono ed ora, a qualche giorno di distanza, non posso far altro che segnalare la generosità del gesto, di cui la nostra città ha solo da imparare. L'entusiasmo dei bambini e ragazzi (circa 60) che, al termine della cerimonia, hanno chiuso la giornata con quelle brioche, ha scaldato il mio cuore e vorrei scaldasse quello di tanti altri cesenati.