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Ristoranti Verghereto

"Sospendere la demolizione del ristorante vicino al Tevere"

Sospendere il provvedimento di demolizione coatta del ristorante vicino al corso del fiume Tevere a Ocri di Verghereto per valutare altre soluzioni. È quanto chiede il consigliere regionale Pd, Tiziano Alessandrini

Sospendere il provvedimento di demolizione coatta del ristorante vicino al corso del fiume Tevere a Ocri di Verghereto per valutare altre soluzioni. È quanto chiede il consigliere regionale PD, Tiziano Alessandrini, in un’interrogazione a risposta scritta rivolta alla Giunta dell’Emilia-Romagna. “A Verghereto (FC), vicino alle sorgenti del Tevere, sorge da quasi 30 anni un ristorante costruito in parte sull’area demaniale del fiume stesso a seguito di una concessione accesa nel 1984 e successivamente rinnovata fino al 2005, allorché il STB Fiumi Romagnoli si trovò a dovere negare il rinnovo poiché nel 1999 l’Autorità di bacino del Tevere aveva classificato la zona come ad alto rischio idrogeologico, scelta poi riconfermata col Piano di bacino del Tevere del 2006”, si legge nel documento.

In un primo momento l’Autorità stessa propose di delocalizzare l’attività con un contributo di 60 mila euro ma poi, nonostante l’adesione della proprietà alla proposta, non se ne fece nulla. Così, a partire dal 2008, il STB Fiumi Romagnoli ha più volte intimato alla proprietà di demolire lo stabile e ripristinare lo stato iniziale dei luoghi, fino al giugno di quest’anno, quando ha disposto la demolizione coatta con spese a carico del proprietario, per una cifra complessiva di 50 mila euro.

«Nel 2010, dopo la memoria presentata dalla proprietà e le perplessità sulla classificazione di “alto rischio idrogeologico” espresse dal Comune di Verghereto e dalla Provincia di Forlì-Cesena – illustra Alessandrini –  la Direzione generale Ambiente e difesa del suolo della Regione Emilia-Romagna ha sospeso il procedimento per chiedere ulteriori verifiche, che però non sono scese nel merito della valutazione sostanziale delle ragioni di questa classificazione, ma si sono limitate a appurare che l’assetto idraulico era immutato rispetto al 2006».

Così giungiamo all’ultimo atto del giugno scorso, quando il Servizio tecnico di bacino Romagna ordina la demolizione perché, essendo l’area occupata sine titulo dal 1-1-2006, “qualunque valutazione sulla pericolosità del fabbricato dal punto di vista idrogeologico appare, allo stato, inconferente rispetto alla fattispecie che ci occupa”.

«Non contesto la bontà di questa valutazione quanto a diritto, ma come possiamo sorvolare sul fatto che abbia generato tutta la vicenda, ovvero che proprio la presunta pericolosità del fabbricato, peraltro più volte messa in dubbio dalle Amministrazioni locali che ben conoscono l’area, abbia impedito il rinnovo della convenzione dall’1-1-2006?» si chiede Alessandrini.

«Il fatto che l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio competa all’Autorità di bacino del Tevere non può impedire ad altre Istituzioni coinvolte nel procedimento, e nella fattispecie alla Regione Emilia-Romagna, di chiedere ed ottenere una verifica puntuale dei presupposti oggettivi della classificazione – riprende Alessandrini - soprattutto quando la conseguenza si traduce in un danno consistente agli interessi di un privato cittadino».

Per questa ragione, il consigliere interroga la Giunta “per sapere se non ritenga opportuno sospendere il provvedimento di demolizione coatta per il tempo necessario a verificare con la competente Autorità di Bacino quali siano le valutazioni che hanno portato alla classificazione di alto rischio idrogeologico di una zona attraversata da un piccolo torrente, anche alla luce dei dubbi sulla classificazione espressi dalle Amministrazioni dello Stato che meglio conoscono la zona in questione, e se siano percorribili altre soluzioni di delocalizzazione economicamente supportata come quella inizialmente proposta dall’autorità di bacino del Tevere e poi lasciata decadere senza che fossero intervenuti reali ostacoli”.

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