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Enrico Letta apre la Summer School: "Rilancio dell'Europa con i giovani"

Giovedì mattina a Cesenatico è cominciata un’intensa quattro giorni, fino a domenica, di incontri per i 200 ragazzi tra i 18 e 28 anni

Dove vai, Europa? È il tema della prima Summer School organizzata dalla Scuola di Politiche, fondata nel 2015 da Enrico Letta, diretta da Marco Meloni. Giovedì mattina a Cesenatico è cominciata un’intensa quattro giorni, fino a domenica, di incontri per i 200 ragazzi tra i 18 e 28 anni che si confronteranno con importanti esperti del mondo istituzionale, imprenditoriale, accademico e dell’informazione per affrontare i temi al centro dell’agenda italiana ed europea. Letta ha salutato ufficialmente tutti i partecipanti alla Summer School, aprendo i lavori con le riflessioni sullo scenario europeo e ribandendo il proprio essere “europeista”.

“Siamo qui a parlare di Europa con tanti ragazzi, 200 studenti tra coloro che hanno finito il corso dell’anno scorso e coloro che stanno cominciando il nuovo. Sono tutti molto in gamba, provenienti da tutta Italia e preoccupati della situazione in cui si trova l’Europa - ha esordito -. È chiaro che l’Europa oggi non va bene, ma lo è altrettanto che ci sia bisogno dell’Europa per risolvere i tanti problemi che abbiamo, come immigrazione, disoccupazione, terrorismo, solo per citarne alcuni. A livello europeo oggi si tende ad aspettare le prossime elezioni in Francia e Germania, e a rimanere immobili fino a quegli appuntamenti, fino a settembre dell’anno prossimo. Io penso che sia sbagliato, perché da qui a quella data, non ritroveremo più l’Europa, non ci sarà più niente. Tenere tutto così com’è oggi vuol dire andare indietro, che significa abbattere tutto ciò che si è costruito, per poi ricominciare da capo e accorgersi che c’è bisogno di politiche europee per risolvere i problemi. Ma va da sé che così sarebbe ancora più complicato.  Io sono tra quelli che venerdì a Bratislava spera che venga assunta una decisione di rilancio coraggiosa. In questo l’Italia può giocare un grande ruolo e bisogna che sia all’avanguardia e non sia lì in attesa”.

“Credo fortemente che ci sia bisogno di iniziative subito – ha poi proseguito – sui grandi temi come l’immigrazione e la lotta al terrorismo. Per contrastare il terrorismo c’è bisogno dell’FBI europea, che è l’unico modo perché anche i cittadini possono capire che si fa sul serio. Il terrorismo è globale e una risposta solo nazionale non è sufficiente, occorre che le polizie dei diversi paesi dialoghino tra loro. Sulla migrazione è chiaro a tutti che c’è bisogno di omologare e armonizzare le politiche di accoglienza, che è necessario collaborare coi paesi di provenienza, ma c’è anche bisogno di creare un vero e proprio corpo di polizia frontaliera europeo con la bandiera con le 12 stelle blu, in modo tale che tutti sappiano che le frontiere non sono gestite dai singoli paesi, ma da tutti insieme. Solo così possiamo fidarci l’uno degli altri che la gestione delle frontiere funzioni". 

"Sono solo due delle tante proposte, ce ne sono tante altre, ma se non si parte con delle iniziative molto forti e con l’idea di rilancio ambiziosa ho l’impressione che, semplicemente l’attesa delle prossime elezioni dei grandi paesi europei, ci porterà lentamente alla disgregazione dell’Europa - ha proseguito -. E penso che scopriremo che è peggio se l’Europa non c’è più. L’Europa così com’è non va bene, ma va cambiata in una logica europea perché le sfide che abbiamo di fronte sono sfide a cui non possono dare risposte i singoli governi. Noi cerchiamo il rilancio attraverso i giovani, e l’entusiasmo di questi ragazzi è molto coinvolgente". "Chi ha dubbi sul futuro dell’Italia ed è pessimista dovrebbe vedere i video che i ragazzi hanno fatto per presentarsi a questa scuola, con la propria idea di politica e di futuro per l’Italia. Solo guardandoli si ha fiducia e danno una boccata d’ossigeno”, ha poi concluso.
 

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