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Summer Pride a Rimini, c'è il patrocinio del Comune di Cesena. "Un'iniziativa di Lattuca"

Divampa la polemica, con i "Cattolici nel centrodestra" che annunciano un'interrogazione in Consiglio comunale

Il Comune di Cesena ha concesso il proprio patrocinio al Summer Pride di Rimini, in programma sabato. E divampa la polemica, con i "Cattolici nel centrodestra" che annunciano un'interrogazione in Consiglio comunale. Si tratta, viene spiegato, di "un’iniziativa del sindaco Enzo Lattuca, con una nota personale del 4 luglio. Dunque la questione, peraltro dirimente, non pare essere passata in Giunta. Si è forse cercato di far passare la decisione sottaciuta per non incorrere in polemiche o piuttosto attorno a questa scelta vi era già l’assenso degli altri assessori?".

"Rileviamo - aggiungono - come il sindaco non fosse affatto tenuto a pronunciarsi sulla concessione di un patrocinio per un evento riguardante la città di Rimini. Evidentemente ha voluto forzare la mano e imporre una propria scelta ideologica a dispetto delle diverse sensibilità presenti in Consiglio. A tal fine martedì, nella riunione dei capigruppo, è stata presentata dal consigliere Castagnoli una mozione, ma non è stata accolta dalla maggioranza. Concedere il simbolo di una città, è un gesto politico non di poco conto. Come non riconoscere che le sfilate dell’orgoglio gay mischiano la rivendicazione dei cosiddetti diritti Lgbt a folklore ed esibizionismo, con esplicite offese e ingiurie di carattere civile e religioso? Noi riteniamo che tali iniziative nulla abbiano a che spartire con il riconoscimento dei diritti delle persone dello stesso sesso e il doveroso rispetto verso la dignità di ogni persona, a prescindere dall’orientamento sessuale di ciascuno".

"In questo caso però dovremmo pensare che il sindaco e la Giunta condividano le rivendicazioni espresse dal manifesto del gay pride, come si può leggere sul sito dell’evento, tra le quali “il superamento dell’Apartheid della legge sulle unioni civili”, arrivando dunque al matrimonio egualitario, contrariamente a quanto espresso dall’articolo 29 della nostra Costituzione e confermato dalla sentenza numero 138 del 2010 della Corte Costituzionale - aggiungono -,. Oppure “l’approvazione rapida della legge contro l’omo-transfobia alla regione Emilia-Romagna”, che tanto sta facendo discutere per impostazione liberticida e ideologica e che ha trovato l’opposizione di molte associazioni e movimenti regionali. O ancora riconoscere “la possibilità anche per le coppie lesbiche di accedere all’inseminazione artificiale prevista dalla legge 40”, favorendo ulteriormente la programmazione a tavolino di bambini orfani di padre.  Tra i loro sostenitori poi c’è chi propugna, in Italia come all’estero, lo sdoganamento di pratiche illecite come l’utero in affitto, vietato dalla legge 40 del 2004 e “lesivo della dignità della gestante”, come rimarcato dalla sentenza numero 12193 del 2019 della Corte di Cassazione.  Per questo presenteremo presto un’interrogazione scritta per avere conto di questa scelta dell’amministrazione comunale".

Le reazioni

Commentano Elia Tosi e Luca Capacci, Fondamenta – cambiamo Cesena dal basso, e Stefania Bondini, segreteria Pd Cesena Pari Opportunità: "Leggiamo con stupore l’intervento di Stefano Spinelli, portavoce dei cattolici nel centrodestra, e la conseguente mozione presentata dal consigliere Castagnoli circa la concessione del patrocinio gratuito del Comune di Cesena al Summer Pride 2019 che si terrà sabato a Rimini. Nella nota si leggono una serie di inesattezze, errori e mancate conoscenze, oltre a una visione di società escludente. Spinelli e Castagnoli pare forse non sappiano che il Summer Pride ha, dalla sua prima edizione, una valenza romagnola, tant’è che anche nelle edizioni passate la Regione Emilia-Romagna e altri Comuni hanno concesso il loro patrocinio (come Ravenna, Cesenatico, Cervia e Gradara). Pare forse non ricordino che a Cesena, in occasione delle prime due unioni civili, Forza Nuova ha organizzato due macabre manifestazioni, di cui una culminata con un finto funerale, e che in conseguenza a ciò il Comune di Cesena si è costituito parte civile nel processo che ne è conseguito".

"Forse ignorano che i Pride muovono dai “Moti di Stonewall” del 1969 quando, in seguito a un decennio di intolleranze, discriminazioni e persecuzioni nei confronti delle persone LGBT, cominciarono le prime mobilitazioni per il riconoscimento di pari diritti. Forse non sanno che il senso dei Gay Pride sta per “fierezza gay”, concetto opposto alla vergogna, perché l’orientamento sessuale e l’identità di genere sono innati e non sono una vergogna. Ma, cosa più importante, ricordiamo a tutte e tutti che ci sono molti paesi nel mondo in cui l’omosessualità è ancora un reato punito persino con la morte, e che sono ancora numerosissimi in Italia e nel nostro territorio i casi di omofobia declinati in vari modi (dall’attacco verbale a violenze) e in diversi contesti (famigliare, scolastico, lavorativo, ecc), casi che troppo spesso non fanno notizia ma che portano anche al suicidio delle vittime (tra cui minorenni) - aggiungono La relazione della Commissione sull’intolleranza e i fenomeni di odio del 2017, ad esempio ha evidenziato che il 25% degli italiani considera l’omosessualità una malattia, che il 40,3% delle persone Lgbt afferma di essere stato discriminato nel corso della vita, che il 23,3% della popolazione omosessuale ha subito minacce e/o aggressioni e che a livello dei social media, le persone Lgbt sono a pari merito con i migranti come oggetto d’odio. I “cosiddetti diritti Lgbt” di cui parla Spinelli, nient’altro sono che uguali diritti di tutti: se solo alcuni hanno dei diritti, allora si chiamano “privilegi”. Invitiamo Spinelli e Castagnoli a sfilare anche loro sabato a Rimini, insieme a tante bambine e bambini, ragazze e ragazzi, uomini, donne e persone transessuali. Scopriranno coi loro occhi che non c’è nulla di “folkloristico” né di “esibizionistico”, solo tante persone (etero, bi o omosessuali, non importa) che sfilano per un mondo a colori, e non in bianco e nero. L’unica cosa su cui concordiamo è quella di non aver dato il giusto spazio a una notizia così bella per tutte e tutti".

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