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Scontro sul canile Rio Eremo, il sindaco: "Obiettivo primario benessere degli animali"

Dopo le richieste di minoranza e opposizione di revocare il bando pubblico relativo alla gestione della struttura

Dopo le richieste di minoranza e opposizione, che hanno domandato al sindaco e all'assessore Francesca Lucchi di revocare il bando pubblico relativo alla gestione del canile di Rio Eremo, è il primo cittadino a prendere carta e penna per rispondere alle sollecitazione arrivate. Lattuca ha sottolineato come, la vicenda, è l'occasione "di sintetizzare, in favore di tutta la cittadinanza, elementi di fatto che, più di molte dichiarazioni polemiche, possono chiarire obbiettivi, metodi ed azioni della nostra Amministrazione. "Abbiamo già fornito a tutti i Consiglieri comunali ampi riferimenti - legislativi e giurisprudenziali - che ci spingono ad affermare con certezza come sia per l’Amministrazione comunale un obbligo, e non un capriccio, indire una procedura pubblica per l’appalto di un servizio che vede come corrispettivo un impegno di spesa annua per il Comune di 180 mila euro. Considerate sia contrario al buon senso il nostro intento di rispettare la legge?"

"Abbiamo mostrato il raffronto - prosegue il sindaco - frutto della ricerca di mercato operata dagli uffici competenti, tra le cifre stanziate quale base d’asta dal Comune di Cesena e quelle impiegate per il medesimo servizio (peraltro affidato con analoghe procedure) da molti altri comuni dell’Emilia-Romagna al fine di verificare se fosse possibile, senza intaccare la qualità del servizio, produrre un risparmio per la collettività. Considerate dunque inutile la nostra ferma volontà di contenere i costi senza pregiudicare il benessere degli animali? Abbiamo, soprattutto, spiegato pubblicamente, tanto in Consiglio come nelle diverse sedute delle Commissioni come l’obbiettivo perseguito dell’amministrazione sia e debba necessariamente essere quello di coniugare la trasparenza nella spesa dei fondi pubblici e l’efficienza nell’impiego degli stessi con l’obiettivo primario del benessere degli animali. Pensate che la trasparenza dell’azione amministrativa possa essere sacrificata per far spazio a soluzioni opache, rinvii nelle decisioni o ulteriori proroghe?"

"Per raggiungere l’obbiettivo di qualità, gli uffici hanno predisposto una procedura non solo trasparente ma aperta a tutti (anche all’attuale gestore ACPA e alle altre associazioni) che valuti in maniera preponderante la qualità del servizio reso anziché il mero risparmio per la collettività ed abbiamo chiesto che siano inserite, nelle condizioni contrattuali che impegneranno il futuro gestore, clausole di verifica e controllo dell’attività concretamente svolta con conseguente possibilità, in caso di mancanza della qualità del servizio richiesta, di assumere azioni a tutela dell’interesse alla qualità del servizio. Pensate che il rigoroso, puntuale e continuo controllo degli standard qualitativi a cui si dedicherà la nostra amministrazione e, speriamo anche i consiglieri di opposizione e le associazioni cinofile, non sia garanzia dell’efficienza del gestore? Non vi è mai stata, pertanto, alcuna chiusura della Giunta all’ascolto e al dialogo con le minoranze e con l’ACPA – in tema abbiamo risposto a diverse interrogazioni tanto della maggioranza quanto dell’opposizione e siamo stati coinvolti nei lavori di ben due distinte sedute della seconda e quinta commissione – ma solo l’intento di perseguire obbiettivi e principi fondamentali di legalità, trasparenza, concorrenzialità, efficienza ed economicità nell’attribuzione ad un soggetto privato di un appalto di rilevante valore". 

"Ogni fermezza - conclude Lattuca - che avete avvertito nell’azione dell’Amministrazione deriva dalla ferma convinzione che detti obbiettivi e principi non siano e non possano essere per noi negoziabili e che nessun giudizio di stima e apprezzamento verso il lavoro egregiamente messo in campo da ACPA in questi anni possa consentire deroghe. Quanto infine alla singolare richiesta di revocare il bando la risposta non può che essere negativa. Il sindaco non può revocare un atto che non ha emanato, in quanto, appare banale doverlo precisare, la funzione di indirizzo politico e di governo in senso esteso dell'amministrazione comunale mai può sostituirsi all'esercizio imparziale dell'attività amministrativa da parte degli uffici, in particolare in una materia così sensibile e delicata come quella degli appalti pubblici. Il sindaco, sia chiaro, prende visione della documentazione delle gare d'appalto solo quando esse vengono pubblicate. Non credo sia necessario insistere nello spiegare perché ciò avviene a Cesena così come in tutte le altre amministrazioni comunali che applicano con puntualità le norme anticorruzione".

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