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Rifiuti, Potere al Popolo: "Abbandonare la gara e passare alla società pubblica come a Forlì"

Continua la nota: “Fondamentale parlare di comportamenti virtuosi, di porta a porta efficiente, di raccolta differenziata spinta, ci chiediamo che fine abbia fatto la raccolta differenziata per il centro storico di Cesena"

“I dati dell'iniziativa di biomonitoraggio nelle unghie della popolazione infantile nel territorio di Forlì, "Difendiamo l'Ambiente con le Unghie", e presentati qualche giorno fa a Forlì, dicono che vicino agli inceneritori, l'aria è più inquinata, registrando un quantitativo di metalli pesanti superiori.  Dati sui quali non possiamo e non vogliamo chiudere gli occhi. Anzi, dati che danno maggiore sostanza alla nostra lotta perché Cesena e i comuni del territorio cesenate (ma il discorso vale anche per quelli del Ravennate, e non staremo con le mani in mano), abbandonino la "gara" a rilevanza europea per la gestione dei rifiuti e prendano invece la strada intrapresa da Forlì e dai comuni del comprensorio Forlivese (già in fase avanzata), per una gestione "in house" dei rifiuti”: è quanto riporta il comitato 'Mille Papaveri Rossi', che sostiene la formazione di sinistra 'Potere al Popolo'.

Continua la nota: “Fondamentale parlare di comportamenti virtuosi, di porta a porta efficiente, di raccolta differenziata spinta, ci chiediamo che fine abbia fatto la raccolta differenziata per il centro storico di Cesena, dopo la pensata sulla "raccolta itinerante", che noi e buona parte dei residenti avevamo definito esilarante, il nulla, con cassonetti sempre traboccanti che sono ancora più irritanti. E poi parlare di riduzione dei rifiuti, di "nuova vita" per i rifiuti.  Perché chiudere almeno uno degli inceneritori della vicina Forlì, oggi ben due, di cui uno per rifiuti ospedalieri, è questione fondamentale. Quello di Hera, sempre a pieno regime è ricettore finale del rifiuto indifferenziato di buona parte della Romagna per un totale di 120.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato bruciato, limite che andrebbe comunque ridotto e rivisto al ribasso”. 

“Il silenzio di chi governa e amministra le nostre città è assordante. Chi chiama "termovalorizzatori" gli "inceneritori" probabilmente cerca di addolcire una pillola alquanto indigesta o di gettare un po' di fumo negli occhi dei cittadini. Ma quando si parla di rifiuti e di interessi economici mostruosi (in questo caso oltre un miliardo di euro), é necessario invece tenere gli occhi ben aperti e mettere in campo soluzioni virtuose. Perché l'ambiente, il nostro territorio, unico e prezioso, il nostro futuro, vanno tutelati”.

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