Cesena è la quinta città "renzissima" d'Italia: il Sì stacca il No di 4.650 voti

Se il “no” è il rosso e il “sì” il verde, come da colori standard in tutte le grafiche sui risultati elettorali del referendum costituzionale di domenica, allora Cesena non è più una “roccaforte rossa”, ma una “roccaforte verde”. Al netto dei colori, Forlì-Cesena è una delle 12 province sulle 103 totali che hanno visto la vittoria del “sì”. Dal punto di vista geografico si tratta di un piccolo “cuore verde” a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano-romagnolo in mezzo ad un’Italia “rossa” del no.

Tra le città capoluogo “renzissime”, Cesena è la quinta in Italia, la seconda in Emilia-Romagna. Dopo Firenze, la città del premier, e le città toscane vicine di Prato e Siena, c’è Modena e poi Cesena. Qui, insomma, la proposta di Renzi per la riforma costituzionale ha visto un voto di maggioranza, sebbene inutile alla luce del dato nazionale e in totale controtendenza rispetto a quest'ultimo. In termini assoluti, a Cesena l’affluenza definitiva si è assestata al 79,5%, vale a dire ben 59.300 votanti (65,5% affluenza totale in Italia). I “sì” hanno staccato i “no” di più di 4.500 voti. Per l’esattezza i “sì” sono stati 31.753, pari al 53,9%, mentre i “no” sono stati 27.103 (il 46,1%).

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Nel territorio cesenate il voto è stato molto “a macchia di leopardo”, ma tutt’altro che favorevole al “sì”. Il Sì ha vinto solo nei comuni più piccoli, mentre in quelli maggiori si è registrata la prevalenza del no, come a Cesenatico, Savignano sul Rubicone, Gatteo e San Mauro Pascoli. Sostanziale “parità” a Gambettola. Per il no anche Borghi, Mercato Saraceno, Sarsina, Roncofreddo e Sogliano. Il sì, invece, ha vinto solo a Bagno di Romagna, Verghereto, Montiano e Longiano.

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