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Pronto soccorso, Lega: "Sui disservizi storia infinita, indispensabile il cambiamento"

"Ci dicono che, attualmente, chi si occupa dei codici da bianco a rosso sono giovani medici con partita Iva. Un caso che non sembra isolato"

“Capiamo i vertici dell’Asl della Romagna. Cercano di difendersi attaccati da tutti, anche da un candidato della lista Bonaccini che auspica una ‘netta discontinuità nella gestione aziendale’, come riportato dalla stampa. Sui disservizi al Pronto soccorso di Cesena è intervenuto il primario che si è insediato nel 2018 e che ha snocciolato alcuni dati, riportati in un articolo pubblicato il 18 gennaio sulla stampa locale". Lo affermano i consiglieri comunali della Lega Antonella Celletti, Fabio Biguzzi, Enrico Sirotti Gaudenzi e Beatrice Baratelli.

"Nonostante gli sforzi, tuttavia, il professionista non ha convinto. Non ha spiegato, per esempio, per quali motivi nel giro di pochi mesi diversi medici esperti se ne siano andati dal Pronto soccorso, sembra anche sbattendo la porta. Ci dicono che, attualmente, chi si occupa dei codici da bianco a rosso sono giovani medici con partita Iva. Un caso che non sembra isolato, vista la carenza di professionisti specializzati, ma che fa emergere perplessità se pensiamo che il Pronto soccorso cesenate era già dotato di personale medico esperto. Le critiche che emergono da più parti sono poi rivolte all’organizzazione del reparto, forse uno dei più importanti del nosocomio, perché ne rappresenta il biglietto da visita. Certamente encomiabile, a detta di tutti, il personale che si prodiga per i pazienti con grande professionalità. Ma come ogni organizzazione complessa, il Pronto soccorso del Bufalini, ospedale che ha funzioni Hub di Trauma center e dello Stroke ischemico, dovrebbe risultare una macchina oliata alla perfezione. E, in organico, sembra ci fossero professionalità di lungo corso che avrebbero saputo gestirlo al meglio. L’attuale primario afferma che il 94 per cento dei pazienti sono trattati entro le sei ore. Un dato molto generico e, in ogni caso, sei ore non sono poche". 

"Meglio sarebbe stato - proseguono i leghisti - conoscere i tempi di processo dei singoli codici, ovvero il lasso di tempo che intercorre tra l’ingresso al Pronto soccorso e l’uscita (dopo la prestazione) di un codice bianco e verde o giallo e rosso. E’ vero che i codici di scarsa criticità non rappresentano un’urgenza, ma sovente hanno tempi di attesa intollerabili, come emerge anche dall’articolo. La questione dei tempi di attesa e del sovraffollamento è irrisolta da anni. Già nel 2015 la Lega sollevò inutilmente il problema in Regione. Né può passare sotto silenzio la storia infinita della ristrutturazione del Pronto soccorso. Siamo risaliti fino al 2015, quando la Conferenza territoriale socio-sanitaria diede il via libera al progetto, ma potremmo andare più indietro. E siamo ancora in attesa di vederlo realizzato. Basterebbe, insomma, avere memoria e ripercorrere dichiarazioni e promesse dei vari amministratori del PD anche su questo tema per capire che il cambiamento in Regione non è solo necessario, ma indispensabile”.

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