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"Responsabilizzare i giovani", estendere il voto ai 16enni: sì al progetto di legge

E' cresciuta la "cultura media" grazie alla scolarizzazione di massa ed è "molto più facile informarsi e farsi un'opinione", così come "maturare più in fretta ed essere in grado di dare un contributo attivo alla società".

L'Assemblea legislativa ha approvato il progetto di legge alle Camere di modifica della Costituzione per estendere ai 16 enni il diritto di voto alle elezioni regionali e amministrative. In Aula, durante l’esame e il voto del provvedimento che punta a “istituzionalizzare il voto per i giovanissimi”, come ha sottolineato la relatrice Rita Moriconi (Pd), si sono registrate posizioni trasversali rispetto a maggioranza e opposizione.

Il sì al progetto di legge è stato infatti bipartisan: d’accordo i gruppi Pd, Idv, Sel-Verdi, Fds, poi Franco Grillini del Misto e la Lega nord; contrari, invece, tre consiglieri di Fi-Pdl, mentre si sono astenuti Alberto Vecchi (Fi-Pdl), Silvia Noè (Udc) e Marco Barbieri (Pd). “Riconoscere ai sedicenni il diritto di voto alle elezioni amministrative e regionali- ha sottolineato Moriconi- significa prendere consapevolezza dei grandi cambiamenti della nostra società negli ultimi decenni”. E’ cresciuta la “cultura media” grazie alla scolarizzazione di massa ed è “molto più facile informarsi e farsi un’opinione”, così come “maturare più in fretta ed essere in grado di dare un contributo attivo alla società”.

"Bisogna investire sui giovani, - ha detto ancora - dando loro mezzi e prospettive, ma anche fornendo la possibilità di “contare veramente dove si decide a chi affidare il futuro della propria comunità”. “La scelta di responsabilizzare le giovani generazioni- ha ribadito Moriconi- potrebbe rivelarsi una carta vincente anche dal punto di vista civico”. Il disegno di legge, composto da un unico articolo, non comporta oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato e prevede una modifica dell’articolo 48 della Costituzione che estenderebbe il diritto di voto attivo nelle elezioni regionali e amministrative a chi abbia compiuto il sedicesimo anno di età.

“Investire sui giovani è investire sul futuro”, ha sottolineato Grillini (Misto), sollecitando la Regione a “dare l’esempio” in tal senso al momento di varare la nuova legge elettorale regionale. Dello stesso avviso Liana Barbati (Idv), che ha parlato di un “segnale di progresso sociale” che farebbe rientrare l’Italia fra i Paesi che già concedono questa possibilità. Perplesso, invece, Andrea Leoni (Fi-Pdl): “Non si avverte alcuna necessità di estendere il voto” a chi non abbia raggiunto la maggiore età. Si tratterebbe di una “scorciatoia” rispetto a un percorso che serve a formare lo spirito critico necessario per esercitare un diritto/dovere costituzionale. “La società dei soli diritti- ha concluso- non ha portato a una società più consapevole, ma alla deresponsabilizzazione”.

In dichiarazione di voto, Manes Bernardini (Lega nord) ha dato il via libera del gruppo al testo, in particolare rispetto al fatto che si indica come essenziale il parametro della cittadinanza italiana. Quindi sì all’abbassamento dell’età, mantenendo tuttavia fede al principio di cittadinanza. Sostegno convinto alla proposta da parte di Anna Pariani (Pd), che ha ribadito la necessità di mettere al centro degli interessi del Paese la questione delle giovani generazioni: "Quindi pieno diritto di cittadinanza e piena possibilità di intervenire sulle scelte politiche e istituzionali che governano il Paese".

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