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Di Placido: "Piattaforma per il centro storico, e 'Zona A' che ci sta a fare?"

Continua Di Placido: "Una domanda sorge spontanea: e Zona A? Cosa ci sta a fare se, ogni volta che bisogna lucidare l'argenteria, ci si inventa sempre una favola nuova?

“Se l'Amministrazione Comunale fosse una persona, diremmo che soffre di disturbo bipolare. Una delle caratteristiche di questa malattia è, infatti, "l'alterazione dei processi ideativi", ovvero l'alterazione della forma e dei contenuti del pensiero. Tale alterazione mette a dura prova la coerenza e la linearità dei comportamenti”: inizia così l'intervento di Luigi Di Placido, esponente dei Liberaldemocratici per Cesena

Di Placido rileva delle possibili contraddizioni nell'operare della giunta: “Come spiegare altrimenti la chiusura di un parcheggio in centro storico (Piazza della Libertà), e l'apertura di un altro parcheggio a 50 metri di distanza dopo qualche giorno (ex caserma Carabinieri)? Come spiegare altrimenti l'affermazione che i problemi del Centro Storico derivano solo dalla crisi generale, che il Centro Storico tiene, e poi proporre una "piattaforma di attrazione"? Come spiegare la volontà di dare vita ad una "operazione di marketing a largo raggio", dopo aver chiuso tutti gli accessi al Centro Storico e aver avviato il raddoppio di un centro commerciale a immediato ridosso?”.

Sull'ultimo progetto del Comune aggiunge Di Placido: “Più che una piattaforma, temiamo sarà una zattera alla deriva, un ulteriore specchietto per allodole che tenta di distrarre dalla unica e vera realtà: del Centro Storico a questa Amministrazione non interessa nulla. Il disturbo bipolare spinge addirittura l'Amministrazione a mettersi nei panni dei proprietari dei negozi, per cercare di giustificare la necessità della diminuzione degli affitti richiesti ai commercianti, mentre non ci pare di ricordare una medesima sensibilità riguardo agli affitti dei negozi nei centri commerciali presenti sul territorio cesenate”.

“Neanche in Corea del Nord, una cosa del genere: le regole del mercato non esistono più, è l'Amministrazione comunale che decide i prezzi giusti, e pretende di farlo solo in base alla tassazione che la riguarda direttamente. Come se bastasse quella per poter valutare la congruità di un affitto. L'Amministrazione si preoccupasse, piuttosto, di rendere vivo e appetibile il Centro Storico, il resto lo farebbe la classica legge della domanda e della offerta che qualcuno a Cesena pretende di stravolgere a proprio uso e consumo. Abbiamo ormai perso il conto degli annunci di operazioni di promozione, valorizzazione, marketing: se anche questa "piattaforma" avrà il seguito delle precedenti iniziative, ne conosciamo già l'esito”.

Continua Di Placido: “Una domanda sorge spontanea: e Zona A? Cosa ci sta a fare se, ogni volta che bisogna lucidare l'argenteria, ci si inventa sempre una favola nuova? Si interfaccerà con questa "piattaforma"? E come? Da ultimo: lanciare numeri per farsi belli fa parte del gioco, ma bisognerebbe farlo in modo più utile. L'Amministrazione ci racconta che, da fine 2014 a fine 2015, il numero di attività in Centro Storico e praticamente uguale (491 contro 490): da quando in qua le analisi si fanno su un solo anno? E come mai l’indagine fatta da Zona A alla fine del 2011 parlava di 440 esercizi attivi? Forse che dal 2011 ad oggi hanno aperto 50 nuove attività nel Centro Storico, senza considerare quelle che intanto hanno chiuso? Forse sarebbe utile fare un po’ di chiarezza, e non sparare numeri “a capocchia”. L'Amministrazione, inoltre, ci racconta che nel 2015 ha aiutato 48 nuove imprese: quante sono ancora attive? Con quali risultati?”

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