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Pasticcio dell'ex Iat, Casali (Libera Cesena): “Una Caporetto burocratica”

Continua Casali: "Dall'analisi inoltre emerge che il bando proposto risulta oltre misura complesso favorendo quindi una ginnastica interpretativa che può risultare portatrice di aggiudicazioni inique"

“La questione dei locali ex IAT contiene due note estremamente dolenti. La prima relativa all’attività burocratica del nostro Comune e la seconda inerente alla gestione politica di tutta la vicenda. Sulla prima pare ovvio che il meccanismo burocratico di gestione del bando sia andato completamente in tilt. Dopo la prima assegnazione, provvisoria, ci sono voluti ben 6 mesi per ottenere delle semplici certificazioni che dovevano essere fornite da altri enti pubblici. Siamo, in pratica, ancora all’antico male italico della incomunicabilità fra enti pubblici dove la figura zaloniana non vuole proprio tramontare. Mi chiedo con quale stato d’animo il nostro Sindaco e il suo Vice potranno ancora parlarci di un comune virtuoso, se la richiesta di un semplice antimafia o di un casellario giudiziario, può bloccare una attività di impresa per sei mesi”, è il commento di Marco Casali, capogruppo di Libera Cesena sul pasticcio del bando dei locali da dare in gestione sotto il loggiato comunale.

Continua Casali: “Dall’analisi inoltre emerge che il bando proposto risulta oltre misura complesso favorendo quindi una ginnastica interpretativa che può risultare portatrice di aggiudicazioni inique, vanificando anche i postulati del bando pubblico che dovrebbe invece essere in grado di preservare il principio di equità e pari opportunità. Lo stesso inoltre contiene colossali contraddizioni come ad esempio il dover assicurare, da parte dell’aggiudicatario, la fine lavori di adeguamento dei locali al 30 di aprile quando l’atto finale e definitivo di aggiudicazione è avvenuto il 15 maggio. In questa Caporetto burocratica si inserisce poi una politica di governo che rasenta la riluttanza. Nessun sussulto da parte del Sindaco nel chiedere spiegazioni ai burocrati e nel rettificare alla città quello che aveva con grande magniloquenza annunciato nel mese di novembre. Come dire: io non c’entro nulla sulle questioni che riguardano le carte e i procedimenti”.

“Ma è proprio qui che si rileva la profonda inadeguatezza nell’interpretare la funzione politica che comunque deve sempre vigilare con grande attenzione il buon funzionamento dell’apparato amministrativo. Se ci sono “orecchie da tirare”, un buon politico non deve esimersi dal farlo a meno che non voglia vivere la sua politica sigillata alla tecnostruttura magnificando quindi quell’approccio tecnocratico che pare oggi antistorico e soprattutto foriero di cultura sfascista.
Ad ogni buon conto il sottoscritto capogruppo a nome di tutta Libera Cesena presenterà una interpellanza urgente per conoscere quale ente amministrativo pubblico abbia impiegato così tanto tempo per partorire un semplice pezzo di carta con funzione certificativa. Quell’ente, quel dirigente, quel funzionario va comunque ripreso secondo le previsioni normative e ciò non solo a difesa di tutti i dipendenti pubblici che lavorano con impegno e assiduità, ma anche e soprattutto a difesa di tutte le nostre imprese che progettano, investono e si indebitano per produrre lavoro. Quel lavoro che la giunta nelle sue linee programmatiche dice di agevolare e incentivare con dubbiose borse lavoro ma che dall’altra invece blocca con il proprio comportamento inerziale”.
 

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