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Mozione di Lina Amormino: "Cittadinanza onoraria ad Asia Bibi e alla sua famiglia"

"Asia Bibi e la sua famiglia sono, a tutti gli effetti, perseguitati per motivi religiosi", evidenzia il consigliere comunale

Al prossimo consiglio comunale di Cesenatico sarà presentata da Lina Amormino una mozione per chiedere solidarietà e conferimento della cittadinanza onoraria ad Asia Bibi ed alla sua famiglia ed esporre all’esterno della sede comunale lo striscione con la scritta "Save Asia Bibi". "Asia Bibi, cittadina del Pakistan, di religione cristiana cattolica, è stata accusata del reato di blasfemia contro il profeta islamico Maometto, per questo venne condannata alla pena di morte l’11 novembre 2010 da una corte del distretto pakistano di Nankana - ricorda Amormino -. La vicenda che porta all’arresto di Asia Bibi risale al 14 giugno 2009. Lei, lavoratrice agricola impegnata nella raccolta di bacche, si sarebbe recata a prendere dell’acqua in un vicino pozzo, nel mentre compiva questo banale gesto, un gruppo di lavoratrici vicine, di religione musulmana, l’avvicinavano e le impedivano di prendere il secchio per l’acqua, sostenendo che non avrebbe dovuto toccare il recipiente in quanto cristiana. Per questo fatto sarebbe nata una discussione".

"Il 19 giugno seguente, l’imam Qari Salam, l’uomo che, pur non essendo presente al momento del presunto reato, firmò nel 2009 la denuncia per blasfemia contro Asia Bibi alle autorità sostenendo che, durante la discussione, avrebbe offeso Maometto. La stessa Asia Bibi ha dichiarato che, pochi giorni dopo fu sequestrata, picchiata, stuprata ed infine arrestata nel villaggio di Ittanwali, nonostante contro di lei non ci sia nessuna prova, verrà condotta nel carcere di Sheikhupura - continua il consigliere comunale -. Il 31 ottobre, la Corte Suprema del Pakistan annulla la condanna a morte di Asia Bibi e riconosce la sua totale innocenza e ne ordina l’immediata scarcerazione, i tre giorni seguenti alla sentenza della Corte Suprema sono stati segnati dalla violenta protesta dei gruppi radicali islamici guidati dal movimento Tehreek-Labbaik Pakistan (Tlp) che paralizzarono diverse città pakistane. I disordini sono cominciati dopo che Khadim Hussain Rizvi, leader del partito radicale islamico Tlp, ha annunciato che i suoi colloqui con il governo contro la liberazione di Asia Bibi sono falliti, nei giorni successivi alle proteste è stato presentato un primo ricorso contro la sentenza di assoluzione di Asia Bibi dallo stesso imam, Qari Mohamed Salam che nel 2009 denunciò la donna cristiana per blasfemia. Secondo lui, il verdetto non segue la giurisprudenza né le norme islamiche.

"Susseguentemente, è stata presentata una petizione che chiede la confisca del passaporto e l’inserimento del nome di Asia Bibi nella speciale “lista di uscita controllata”, l’elenco che include tutti i cittadini pakistani ai quali è vietato l’espatrio - aggiunge Amormino -. Asia Bibi e la sua famiglia sono in reale pericolo di vita, tant'è che il marito ed i figli sono costretti a spostarsi continuamente da un luogo ad altro luogo considerato momentaneamente più “sicuro” del precedente, persino lo stesso avvocato difensore della donna è stato costretto ad abbandonare il Pakistan perché
anch'esso minacciato di morte dai fondamentalisti islamici. Asia Bibi e la sua famiglia sono, a tutti gli effetti, perseguitati per motivi religiosi".

 

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