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Magistrati in politica, Di Maio relatore della legge approvata alla Camera

“Il principio fondamentale di questo provvedimento - spiega il deputato - è impedire che lo svolgimento di funzioni che attengono alla politica possano essere utilizzate dal magistrato in maniera contrastante"

"Mettere dei paletti senza negare a nessuno il sacrosanto diritto all'elettorato passivo è una questione non più rinviabile per l'ordinamento italiano: non per limitare la libertà dei magistrati, ma per rafforzare l'autonomia dei poteri nell'interesse dei cittadini". E' il commento del parlamentare romagnolo Marco Di Maio, che ha ricoperto l'importante incarico di relatore (a nome della Commissione Affari costituzionali) della legge sui magistrati in politica assieme al collega Walter Verini (per la Commissione giustizia) approvata alla Camera dei Deputati in seconda lettura. Il testo ora passerà all'esame del Senato, ma il valore delle norme approvate a Montecitorio è di primissima importanza. 

“Il principio fondamentale di questo provvedimento - spiega il deputato - è impedire che lo svolgimento di funzioni che attengono alla politica possano essere utilizzate dal magistrato in maniera contrastante con il principio di autonomia e terzietà che deve sempre caratterizzare l'esercizio della funzione di magistrato: una tutela che dobbiamo rafforzare nell'interesse dei cittadini, dei magistrati e della politica”. 

Si alza da 6 mesi a 5 anni il periodo in cui il magistrato non deve aver esercitato servizio nel territorio in cui si candida, obbligo di aspettativa, ricollocamento senza funzioni inquirenti per due anni: sono questi i contenuti principali della legge. Un testo molto delicato perchè tocca principi costituzionali di grande rilevanza: l'autonomia dei poteri, il diritto all'elettorato passivo, l'autonomia della giustizia e della politica. "Proprio in questi giorni, ad esempio - fa notare Di Maio -, un magistrato di Taranto che ha compiuto importanti indagini sullo stabilimento Ilva della città pugliese, ha deciso di candidarsi a sindaco personalità politiche di quel territorio ha deciso di candidarsi a sindaco: un fatto quanto meno inopportuno, che ad oggi potrebbe avvenire in qualsiasi zona d'Italia. Con la nuova legge, che mi auguro il senato approvi al più presto, non potrà più accadere".

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