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I primi "cento giorni" del sindaco: "Ufficio sempre pieno di cesenati che vogliono partecipare"

Primo bilancio per il sindaco di Cesena Enzo Lattuca. Sono ormai passati i "primi cento giorni" di rodaggio sulla poltrona di primo cittadino. Ecco quindi quanto fatto e le prossime sfide.

Primo bilancio per il sindaco di Cesena Enzo Lattuca. Sono ormai passati i "primi cento giorni" di rodaggio sulla poltrona di primo cittadino. Ecco quindi quanto fatto e le prossime sfide.

Sindaco Lattuca sono passati cica 100 giorni dal suo insediamento, non sono tanti ma forse si è già fatto un'idea di com'è essere sindaco e cosa gli spetterà nei prossimi anni. È più o meno impegnativo di quello che pensava?
"Non ho mai creduto che amministrare una città potesse essere facile, non l’ho mai immaginato. In piena campagna elettorale avevo ben a mente che il percorso sarebbe stato così impegnativo come effettivamente si sta mostrando. Avere quotidianamente un’agenda piena di impegni non mi sorprende, anzi mi aiuta a comprendere quanto ampio sia lo sguardo della Pubblica Amministrazione su tutti gli ambiti. Inoltre, mi ha sorpreso in positivo la partecipazione dei cesenati e l’attenzione che riservano alle piccole cose che non funzionano e che, in un quadro di una città ben amministrata, per loro sono molto importanti. Spetta a noi amministratori saper rispondere nel modo migliore e più efficace a ciascuna esigenza manifestata. In questo senso siamo al lavoro per migliorare il circuito delle segnalazioni pervenute dai cittadini agli uffici comunali di competenza tramite la piattaforma Segnal@".

È simile all'impegno di parlamentare che ha svolto precedentemente?
"Si tratta di due ruoli importanti e simili su un versante, ma distanti da un altro punto di vista. L’impegno di rappresentare tutti i cittadini e di partecipare a ogni singola scelta è certamente un punto in comune. Il Parlamentare e il Sindaco sono espressione di una scelta democratica e popolare: i cittadini esprimendo la propria preferenza decidono direttamente a chi affidare la gestione della cosa pubblica. Si distinguono invece nella natura del rapporto con il cittadino: da Sindaco ho un rapporto molto più diretto con le persone, buona parte degli appuntamenti quotidiani interessano i cittadini che arrivano nel mio ufficio perché desiderano affrontare questioni urgenti o semplicemente perché vogliono capire personalmente che cosa intendo fare in questi anni. Sono incontri stimolanti, spesso – alcuni – nascono per strada o da un messaggio scritto su Facebook. Apprezzo questa partecipazione collettiva".

Si dia un voto sulla partenza? Uno a lei e uno alla giunta in complesso?
"Non riesco ad assegnarmi un voto, credo tocchi ai miei concittadini stilare una pagella. Alla Giunta invece va un bel 7: siamo appena all’inizio ma sono soddisfatto di essere accompagnato da una squadra motivata, competente, che sa di poter migliorare ma che parte già da una base solida".

Proprio di giunta parliamo, ovviamente riconfermerebbe tutti, ma in questo periodo si è fatto un'idea più precisa di quali sono i punti di forza di questa giunta?
"Il punto di forza principale è rappresentato dal fatto che le diverse competenze e i diversi caratteri dei componenti della Giunta si compensino tra loro. Ciascuno presenta un profilo diverso dall’altro, c’è chi si occupa di politica da più tempo, chi invece proviene dal mondo dell’associazionismo. Tutti però hanno sempre un occhio puntato sulla piazza, su quello che avviene in città e spesso ci interroghiamo sul modo migliore e più rapido per sciogliere alcuni nodi essenziali. Cooperiamo e creiamo il confronto. Questo è importante".

Con l'opposizione che tipo di rapporto ha? Al primo Consiglio comunale una parte consistente della minoranza si è ritirata, pensa che le cose potranno cambiare?
"La disponibilità al confronto serio da parte nostra c’è sempre stata fin dall’inizio e tale resterà. Per quanto riguarda i Gruppi di minoranza mi auguro che non continui ulteriormente questa richiesta di rinviare costantemente le discussioni e ogni decisione. L’opposizione dovrebbe proporre una visione alternativa della città senza arroccarsi, come al momento accade, su una continua richiesta di rinvio delle decisioni".

In un'intervista di Cesenatoday durante la campagna elettorale aveva affermato che l'urgenza di Cesena è il lavoro e la prima cosa che avrebbe fatto nel caso fosse diventato sindaco era un patto di lavoro con tutte le associazioni produttive della città. Ha mantenuto la promessa?
"Lo scorso luglio abbiamo convocato un primo incontro con le parti sociali datoriali e sindacali, gli Ordini professionali, l’Università di Bologna, l’Ufficio scolastico provinciale, la Camera di Commercio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) e il Forum del terzo settore provinciale, per avviare il percorso che porterà alla sottoscrizione del Patto comunale per l’economia e per il lavoro che dovremmo siglare entro fine anno. Ad oggi sono stati avviati i confronti con le diverse parti con le quali abbiamo riflettuto su economia e lavoro che sono due obiettivi primari per noi. Partendo dal modello fornito dalla Regione nel 2015 e adattando il tutto al nostro territorio, cercheremo di creare, a livello comunale, una rete che sia in grado di individuare le linee strategiche, gli strumenti capaci di generare sviluppo, una nuova coesione sociale e le migliori condizioni per creare nuova occupazione".

Finora di cosa si ritiene soddisfatto e cosa ha già scritto nell'agenda da fare (di urgente e importante) nei prossimi 100 giorni
"Come era stato anticipato in campagna elettorale, questa Amministrazione appena insediatasi ha cominciato a lavorare sulla riorganizzazione dei quartieri e sull’ampio piano di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade. La macchina, in entrambi i casi, è stata avviata. Oggi invece stiamo predisponendo il bilancio di previsione per il 2020 che garantirà l’accesso gratuito alle scuole dell’infanzia. Inoltre, non meno incisiva sarà la realizzazione del nuovo Piano urbanistico generale".

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