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Landi (Pd): "Sbagliato dipingere il post referendum come un’apocalisse"

E' quanto afferma il segretario territoriale del Pd Cesenate, Fabrizio Landi

"Ritengo sbagliato dipingere il post referendum come un’apocalisse: il 5 dicembre infatti rappresenterà una tappa (certamente fondamentale) del percorso di modernizzazione dell’Italia. Ma guai a dipingerla come data della resa dei conti". E' quanto afferma il segretario territoriale del Pd Cesenate, Fabrizio Landi. Osserva l'esponente democratico: "Le cronache di stampa di questi giorni stanno proiettando, a ciclo continuo, l’immagine di una litigiosità (se non proprio di una vera guerriglia) all’interno del gruppo dirigente nazionale del Pd. Un clima che francamente non mi piace e che mi pare dannoso. Credo serva a tutti, alla comunità del Pd, ma ancor più al Paese, tornare a toni più consoni alla Politica, quella di cui realmente oggi si sente la necessità".

"L’Italia vive un momento particolare - prosegue -. C’è bisogno di agganciare la ripresa che, a livello mondiale, sta manifestando segnali concreti; occorre pensare ad un sistema-Paese più moderno e funzionale; serve soprattutto riallacciare i fili del nostro senso di comunità, ricostruendo un sistema di valori condiviso intorno a cui riaffermare la nostra identità. Il Pd è nato esattamente per questo, per dare all’Italia quel colpo di reni di cui da troppo tempo ha bisogno. Mantiene quindi la propria ragion d’essere solo se lavora per assolvere a questo compito fondamentale, che in questa fase può essere portato avanti solo dal Partito Democratico.
Torniamo quindi a dare l’immagine, certamente più veritiera, di una comunità plurale, che discute, ma che ha come proprio obiettivo il Paese".

Per Landi "è sbagliato dipingere il post referendum come un’apocalisse: il 5 dicembre infatti rappresenterà una tappa – certamente fondamentale – del percorso di modernizzazione dell’Italia. Ma guai a dipingerla come data della resa dei conti. Credo fermamente che l’esempio del Pd cesenate rappresenti plasticamente cosa i nostri iscritti, elettori e simpatizzanti si aspettano da noi: un gruppo dirigente in gran parte impegnato per il Sì al referendum, ma che vede al proprio interno persone schierate per il No, con pari dignità e soprattutto con reciproco rispetto. Stare in un partito significa accettare la presenza di opinioni diverse, superandole con il senso di appartenenza ad un progetto più ampio".

"A Cesena il 5 dicembre si continuerà a fare quel che quotidianamente facciamo: lavoriamo assieme per contribuire a migliorare giornalmente la comunità in cui viviamo, al fine di ampliare i confini delle opportunità e gli spazi di benessere dei cittadini - conclude -. Solo così continueremo ad essere credibili. Solo avendo chiaro che prima vengono i bisogni del Paese e della comunità poi le singole questioni personali, potremo continuare a rappresentare una speranza per gli italiani".

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