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Fabbri (Verdi): "A Cesena c'è del razzismo istituzionalizzato"

Stoccata a Palazzo Albornoz dopo l'incontro con Laura Boldrini, responsabile dell'Agenzia dell'ONU per i rifugiati. Descrive il sindaco come un Giano bifronte. In attesa di una risposta dell'amministrazione

Davide Fabbri attacca il sindaco alla luce dell’incontro con Laura Boldrini, responsabile dell'Agenzia dell'ONU per i rifugiati che è avvenuto presso la sala Lignea della Biblioteca Malatestiana dal titolo “Immigrati o rifugiati in Italia, poco importa". Nella nota, Fabbri rivela di aver svelato due “retroscena” all’ospite che è rimasta sbalordita. Continua poi toccando alcune tematiche sempre vive tra cui l’affidamento delle case popolari e un regolamento che favorirebbe i cittadini italiani. Ecco la nota di Fabbri in attesa di una risposta dell’amministrazione.

Ho fatto notare alla Boldrini due realtà – dice Fabbri - che sicuramente non poteva sapere, che riguardano la città: chi le ha conferito il Premio “Cesena Città della Pace”, è un Sindaco che ha emesso una ordinanza razzista contro i mendicanti. Chi le ha concesso questo importante riconoscimento a favore dei diritti degli immigrati, è un Sindaco che non rimuove dal proprio Regolamento per l'assegnazione degli alloggi popolari, una norma che di fatto punisce i residenti stranieri nell'assegnazione delle case popolari”.

"La dr.ssa Boldrini – sottolinea - è rimasta letteralmente sconcertata da questi comportamenti incoerenti e da queste azioni politiche contraddittorie del primo cittadino di Cesena. Ha dichiarato di non voler far sconti a nessuno. Ha confermato l'incostituzionalità della norma comunale che consente di dare la precedenza agli italiani nell'assegnazione degli alloggi popolari. Ha dichiarato che tutto questo non è buona politica. Ora io chiedo al sindaco di Cesena Paolo Lucchi, per ragioni di onestà intellettuale e coerenza politica, di revocare immediatamente le due norme razziste citate in precedenza”.

Ancora Fabbri: “Il Partito Democratico – attraverso la modifica del Regolamento per l'assegnazione delle case popolari, avvenuta col Sindaco Giordano Conti - ha alimentato un’assurda guerra tra poveri, che si nutre di leggende metropolitane e di affermazioni non verificate. Anziché innalzare la scandalosa media di soli 16 alloggi popolari assegnati ogni anno a Cesena, si grida al furto degli alloggi da parte dei migranti. Ma i dati dicono qualcosa di diverso: a Cesena gli alloggi assegnati a nuclei familiari non italiani sono il 9%, a fronte di una presenza di cittadini stranieri del 7%”.

Invece di costruire le necessarie nuove case popolari, - tuona Fabbri - l'ex Sindaco Giordano Conti e il Partito Democratico in Consiglio Comunale di allora, scelsero appunto la via, poco onorevole, dell’assecondare le pulsioni più retrive e reazionarie della popolazione autoctona cesenate. Questo Regolamento, che il nuovo Sindaco Paolo Lucchi non ha modificato, ha creato una nuova categoria di punteggio: l'anzianità di residenza nel Comune (un punto in più per chi risiede da 5 anni, fino a 10 punti in più per chi risiede da oltre 18 anni). E’ chiara e intenzionale la discriminazione a sfavore dei cittadini stranieri, ai quali, pagando le tasse come chiunque altro, spetterebbe di diritto la possibilità di accedere ai servizi del Comune sullo stesso livello dei cesenati”.

Col suo razzismo istituzionalizzato – accusa Fabbri - questo Regolamento – ripeto, non modificato dal Sindaco Lucchi e dalla sua maggioranza - viola l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana e non produce nessun beneficio concreto, nemmeno agli stessi italiani purosangue che possono godersi solo una ben misera rivalsa ideale, visto che nulla al contempo è stato fatto per aumentare il numero degli alloggi da assegnare ad una lunghissima lista di attesa”.

“Desidero sottolineare – continua - un'altra responsabilità grave del sindaco Paolo Lucchi, che un giorno decide di emanare una ordinanza razzista contro i mendicanti, e un altro giorno decide di conferire l'autorevole premio Cesena Città della Pace a Laura Boldrini, che sta spendendo l'intera sua vita contro il razzismo”.

“Il Sindaco Lucchi – spiega - ha emanato, nel settembre del 2009, una ordinanza con la quale si è ampliato il divieto di accattonaggio. L'accattonaggio, inizialmente proibito negli incroci delle strade, è stato vietato anche nei mercati e nelle fiere che si tengono su aree pubbliche, vicino a chiese e cimiteri, in stazione, nei parcheggi e nei centri commerciali. La guerra alla povertà si sta trasformando progressivamente, nell’azione dei Sindaci del PD – prima Giordano Conti ora Paolo Lucchi - in una «crociata» contro i poveri «sporchi e fastidiosi»”.

“Questa ordinanza – conclude - contro i mendicanti ha già ottenuto indubbi risultati: aver alimentato sensi di insicurezza, di paura, di ostilità verso gli emarginati e gli esclusi. Su questa vicenda, il silenzio è troppo assordante. Eppure c’è un’altra Cesena che agisce quotidianamente su una diversa lunghezza d’onda, nella logica dell’inclusione e della solidarietà, che non ha udienza a livello di governo della città. E’ tempo che la sua voce si alzi più alta e risuoni maggiormente del fragore del potere mediatico del Sindaco “democratico” Lucchi. Perché nel “Palazzo”, finalmente, si smetta di essere «forti con i deboli e deboli con i forti»”.

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