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Enrico Letta conclude la summer school di Cesenatico: "Immigrazione, usciamo dai trattati europei"

“La Scuola nasce da un’idea cinque anni fa. Penso che questa edizione della Summer School sia stata la più bella, abbiamo dialogato con personaggi molto interessanti"

“Questa Summer School è l’inizio di un anno che sarà affascinante per la Scuola di Politiche, faremo molte cose insieme, andremo a Bruxelles, a Budapest, a New York alla sessione delle simulazioni delle Nazioni Unite. Tante belle occasioni per vivere nuove esperienze di formazione. Avremo nuove sedi. L’11 novembre vi invito a venire all’Università della Calabria, ad Arcavata, dove inaugureremo  un nuovo corso Impact. Poi ci sarà anche Cagliari e proseguiremo le attività a Milano, Torino e Genova”. Lo ha detto Enrico Letta, sul palco di Cesenatico, in chiusura della Summer School Italia Mondiale della Scuola di Politiche.

Sempre Enrico Letta: “La Scuola nasce da un’idea cinque anni fa. Penso che questa edizione della Summer School sia stata la più bella, abbiamo dialogato con personaggi molto interessanti, e le cose dette da voi ragazzi sono state davvero molto importanti. Quali sono le piste sulle quali si deve muovere il nostro lavoro comune? La prima pista è la questione migratoria, che mi sta molto a cuore. Il primo momento in cui gli italiani si sono svegliati e si sono drammaticamente accorti di quello che stava accadendo, è stato in una notte tra il 2 e 3 ottobre del 2013. Nel Mediterraneo ci sono migliaia di scheletri e sono passati sei anni senza che si siano trovate soluzioni. Sull'immigrazione è arrivato il momento di dire: ora basta. Non è possibile continuare così, con le regole normali, perché hanno portato solo soluzioni tampone.  La mia proposta è: usciamo dai trattati formali dell’Unione europea. Non per andare contro lo spirito europeo, ma per sormontare un ostacolo che ci impedisce di trovare una soluzione che non sia temporanea. Applicare la stessa logica che ha fatto nascere il fondo salva–Stati. I Paesi che vogliono si mettano insieme, senza alibi e si faccia un nuovo Trattato. Io l’ho chiamato il Trattato di Lampedusa, che superi  il regolamento di Dublino per il quale solo il Paese di primo arrivo deve farsi carico dell’accoglienza dei migranti. Usciamo dai trattati esistenti come è successo per il Fondo salva stati.  Lo si è fatto per i soldi, perché non dovremmo farlo per le persone?”.

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