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Programmi, si parla di tasse comunali: ecco come i candidati vogliono intervenire

Uno spazio aperto sulle proposte e sui programmi: con lo spazio "I candidati rispondono", CesenaToday dà la possibilità ad ogni candidato di illustrare i propri progetti per la città

Uno spazio aperto sulle proposte e sui programmi: con lo spazio "I candidati rispondono", CesenaToday dà la possibilità ad ogni candidato di illustrare i propri progetti per la città. Una domanda uguale per tutti i candidati sindaci, per capire le loro idee, priorità e le differenze di vedute. Ecco le loro risposte (pubblicate in ordine cronologico di arrivo). Le risposte mancanti non sono pervenute dai candidati.

DOMANDA: Il Comune ha in mano la leva fiscale di addizionale Irpef e tributi comunali. Spieghi le sue intenzioni sulle tasse comunali. Gran parte della spesa corrente del Comune va in servizi sociali. Come intende cambiarli, se intende cambiarli?

Antonio Barzanti (Casapound)

Riduzione delle imposte per gli esercizi che non installano apparecchi per il gioco d’azzardo. Esenzione delle imposte comunali per tutte le Start-Up. Inoltre, occorre rivedere il sistema per il pagamento della TARI. Proponiamo il pagamento personalizzato (per imprese e nuclei famigliari), attraverso l’utilizzo di una tessera magnetica che registra il reale conferimento, quantitativo e qualitativo, dei rifiuti. Una metodologia che premia i virtuosi (chi differenzia maggiormente) e comporta il pagamento di quanto realmente si conferisce. Oggi si paga in base ad un calcolo virtuale, che però in molti casi non corrisponde al reale conferimento. Ci sono aziende che pagano importi TARI molto alti, pur non utilizzando il servizio HERA in quanto sono obbligate a far ritirare i rifiuti da ditte private specializzate. Altre ancora producono pochissimi scarti, perché riciclano al proprio interno. Oppure famiglie virtuose che differenziano quasi tutto, e producono comunque pochi rifiuti. E’ giusto che ognuno paghi il servizio di cui realmente usufruisce.

Luca Capacci (Fondamenta)

Il principio generale che seguiamo (e che applicheremo concretamente con le scelte) è quello della progressività, affinchè tutti riescano ad avere le stesse possibilità e nessuno venga lasciato indietro. Il nostro piano di lavoro procede per tre livelli divisi: breve, medio e lungo termine; agli interventi programmati corrispondono altrettanti piani di reperimento risorse, esposte riassuntivamente di seguito.

Nel breve periodo gli interventi sono di rimodulazione della spesa pubblica (dalla variazione della partecipazione ad alcune fiere, alla diminuzione della quota di proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria destinate attualmente alla diocesi) orientandola ai servizi alla persona, il tutto accompagnato da una riduzione per i redditi e ISEE bassi delle aliquote di competenza comunale.
Nel medio termine, oltre a continuare nella rimodulazione precedente, si opererà ad un aumento della tassazione per i redditi alti ed a una riduzione delle spese comunali dirette (consulenze esterne e stipendi cariche “politiche”).

A lungo termine infine (termine del quinquennio e mandato successivo) non solo avranno già prodotto i loro effetti, in termini di risorse raccolte, gli investimenti sul turismo diffuso ed ecologico fatti negli anni precedenti, ma soprattutto vi sarà una messa in discussione del patto di stabilità interno firmato dalle amministrazioni passate che priva il comune di ingenti risorse disponibili e liberate parzialmente ed una tantum senza alcuna programmazione.

Ad ogni modo, le proposte che abbiamo presentato per un programma da realizzare in cinque anni sono strettamente legate: ad esempio, alla scelta di non costruzione di nuovi grandi parcheggi, seguirà l’investimento di risorse per la mobilità sostenibile; all’implementazione dell’Ufficio Europa e della creazione dei gemellaggi, seguirà una possibilità più grande di accedere ai fondi europei, compresi quelli della Commissione UE (diretti e più alti); alla variazione della convenzione con la Cineteca di Bologna, seguirà la possibilità di investire quelle risorse a lei ora destinate, all’assunzione di personale per il Centro Cinema di Cesena. Saranno infine studiati sistemi che portino il principio della progressività anche nel pagamento dei servizi a livello comunale

Andrea Rossi (centrodestra)

A Cesena le entrate tributarie sono troppo elevate, come certificano i significativi avanzi di amministrazione (utili) che il bilancio comunale registra ogni anno. Piuttosto che creare “tesoretti”, occorre alleggerire la pressione fiscale locale. Oltre alla riduzione degli avanzi di bilancio, ci sarà spazio per ottimizzare la spesa grazie ai minori accantonamenti che il Comune potrà fare una volta esauriti quelli a copertura degli “scandali” degli ultimi anni: pensiamo a I Gessi, a Sapro e allo stadio comunale, che hanno sottratto ingenti risorse.

Un’altra fonte di economie sulla parte corrente deriverà da un nuovo impegno sul fronte della gestione degli insoluti a cui verranno dedicate nuove procedure. Infine, occorre razionalizzare il numero di società partecipate dal Comune, che rappresentano spesso piccoli centri di potere più utili alla politica che ai cittadini.

Proposte

1) Effettuare una ‘’due diligence’’ sul bilancio comunale con particolare riferimento alla spesa corrente per evitare sprechi e recuperare efficienza.
2) Creazione di un “Ufficio Unico delle Entrate” che, raccordando tutti i flussi di entrata del Comune, abbia sotto controllo la situazione “dare/avere” e possa intervenire in tempi rapidi sul contribuente insolvente.
3) Ridurre i tributi comunali tramite un calo deciso dell’IMU gravante sui fabbricati strumentali, la diminuzione del 50% della COSAP (occupazione di suolo pubblico) e l’eliminazione dell’imposta di soggiorno.

4) RIDUZIONE DELLA TARI: Alla luce dell’aumento di 5 cinque milioni di euro solo negli ultimi cinque anni (quasi + 9%), è doveroso ridiscutere la Tari che il Comune incassa per conto di Hera. Questi aumenti, infatti, certificano una gestione dell’imposta anomala, anche in considerazione del fatto che la raccolta differenziata è aumentata negli ultimi anni dal 40% al 68%. Dunque, il cittadino s’impegna sempre di più nella differenziata ma, in cambio, ottiene solo un aumento delle tariffe. Per intervenire al ribasso su questa imposta servono almeno tre interventi:
a) promozione della “tariffa puntuale”, ovvero pagare in proporzione ai rifiuti realmente conferiti
b) nuovo approccio con Hera il soggetto col quale il Comune, nell’interesse dei cittadini, deve dialogare. Hera è anche nostra e non può comportarsi come un soggetto terzo.
c) utilizzare il dividendo annuale di Hera per scontare l’imposta alle utenze deboli, o a quelle per le quali si vogliono attuare politiche di incentivazione.
d) revisione dell’attuale gestione dei rifiuti, anche con tecnologie digitali a supporto.
 

Vittorio Valletta (Cesena Siamo Noi)

La finanziaria ha introdotto la possibilità per gli enti locali di una maggiore discrezionalità nell’ ambito di determinazione dell’Irpef locale. Allo stesso modo ha permesso di vedersi riconosciuta in ambito IMU una maggiore deducibilità per gli immobili strumentali. Cesena Siamo Noi punterà ad una maggiore proporzionalità dei tributi: già in passato abbiamo cercato di sollevare il problema dei tagli lineari invece che proporzionali nel campo della scuola, che acuiscono le disparità invece che mitigarle. È importante permettere un’equa e proporzionale capacità di spesa tra i cittadini, proporzionale alle proprie disponibilità.

Inoltre, riequilibreremo l’imposta sugli immobili (IMU) attualmente insostenibile per alcune imprese, elaborando un progetto in sinergia con le associazioni di categoria.

Per alcuni tributi si pone il problema degli insoluti, problema di molti comuni, ma non per questo da mettere in secondo piano: l’amministrazione uscente ha introdotto la possibilità di incentivi (ancora da definire) per il recupero crediti (Imu e Tari) per personale e strumenti, ma senza definire obiettivi chiari di produttività e qualità del servizio. Senza questi l’incentivo rischia di diventare una maggiorazione fissa dei “costi” sulle riscossioni, perdendo di fatto la propria efficacia incentivante.  Per Cesena Siamo Noi è importante efficientare il sistema di recupero degli insoluti, sistemando le banche dati a disposizione dei comuni e modulando gli strumenti di recupero attuali.

Per i tributi è prioritario per CSN sottolineare l’importanza della qualità del servizio offerto, per migliorare la fruibilità e vivibilità del territorio e migliorare la prevenzione, tema ispido da un punto di vista politico, in quanto è una materia fatta di investimenti le cui ricadute positive sono spesso oltre i 10 anni successivi.   Cesena Siamo Noi è consapevole di questo, ma è anche consapevole come sia improcrastinabile questo argomento che come richiamato richiede impegno ed investimenti.

Per prendere un esempio da un altro settore, quello delle rette scolastiche, giudichiamo profondamente sbagliata l'intenzione promossa dal candidato del Partito Democratico di eliminare le tariffe per la fruizione della scuola materna: mantenerle permette di investire nelle nostre scuole che necessitano di investimenti maggiori rispetto a quanto ricevuto sin ora. Ci sarà quindi tutto l’impegno per migliorare la capacità di recupero dei tributi, avere una maggiore proporzionalità e ridurre la pressione ove possibile, fermo restando la volontà di offrire alti standard di qualità dei servizi resi e la volontà di lavorare sulla prevenzione.

Davide Fabbri (Cesena in Comune)

I cittadini di Cesena che hanno pagato fino ad ora le tasse comunali non hanno avuto una reale possibilità di controllo su come il danaro proveniente dal gettito locale veniva speso. La nostra proposta è quella di introdurre una maggiore trasparenza nell'attuazione degli indirizzi di politica economica locale. Occorre rivedere e ricollocare le entrate del Bilancio del Comune di Cesena determinate dalla tassazione locale, prevedendo interventi finalizzati alla riduzione del danno ambientale piuttosto che alla produzione del gettito per il finanziamento delle casse pubbliche.

Proponiamo di introdurre strumenti locali tesi a.
- tariffa puntuale sui rifiuti proporzionale ai quantitativi avviati al recupero, riciclaggio e raccolta differenziata;
- agevolazioni per le ristrutturazioni degli immobili;
- riattivare contributi in conto interesse per l'acquisto della prima casa;
- agevolazioni per alloggi recuperati per il mercato dell'affitto.

Uno dei settori degni di maggiore attenzione sarà quello dei servizi sociali. Le politiche sociali, e le crescenti necessità, rendono politicamente obbligatorio prevedere un impegno maggiore di risorse economiche dal Bilancio corrente, soprattutto sul fronte delle politiche abitative.

Enzo Lattuca (centrosinistra)

Il modello di welfare pensato e realizzato in Italia negli ultimi cinquant’anni ha avuto certamente al centro delle proprie attenzioni sanità e pensioni. La spesa sociale va ribilanciata, resa più efficiente ed aumentata significativamente per ciò che riguarda il supporto alle nuove povertà, i servizi per le famiglie, l’assistenza agli anziani e le politiche giovanili.

Le trasformazioni sociali e demografiche sono infatti sempre più caratterizzate da una maggior longevità e da una natalità costantemente in diminuzione e portano a sottolineare quanto il welfare familiare debba continuare a essere sostenuto con interventi mirati che contrastino il rischio di creare disuguaglianze, paura e preoccupazione per il futuro e di accentuare il senso di solitudine e di angoscia delle persone.

A Cesena le persone anziane non autosufficienti trovano un appoggio importante nei servizi sociali. Malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, la sclerosi multipla, il Parkinson, rimangono tuttavia un’emergenza. Solo le demenze colpiscono il 15% della popolazione. Accanto a nuovi servizi residenziali occorrono nuove risposte, basate sulla domiciliarità e sulla coabitazione, di supporto alle persone malate e alle famiglie, in particolare un pronto intervento nella fase di difficoltà più acuta. Devono infine essere prese in considerazione forme di supporto alle famiglie nella ricerca e nella formazione dei care giver, anche grazie ad una qualificata, diffusa ed informata rete di assistenti familiari.

Tra i nuovi bisogni a cui un nuovo welfare comunale deve rivolgere attenzione vi sono poi quelli connessi alle difficoltà nella costituzione di nuovi nuclei familiari. In questo ambito vanno pensate nuove politiche per incentivare l’autonomia abitativa dei giovani e per favorire la natalità.

Non si tratta di istituire una sorta di competizione tra bisogni, ma di chiamare enti locali, imprese, terzo settore allo sforzo per un “secondo welfare” che integri quello statuale accogliendo nuovi bisogni e nuove istanze. Un nuovo modello di welfare circolare, dunque, che partendo dall’ascolto dei bisogni sia capace di ridefinire le priorità degli interventi, trovare i modi di finanziamento e le modalità di gestione. Quello che abbiamo in mente ed intendiamo realizzare, è un sistema di protezione sociale distribuito e capace di promuove innovazione legandosi al territorio e al lavoro, e che, perciò, non può che essere un welfare di comunità e per la comunità.

In tema di tasse comunali, intendiamo riorganizzare le politiche fiscali per le imprese, creando specifiche misure in favore di quelle innovative nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero e dei servizi alle imprese. Occorre poi dare un segnale di attenzione soprattutto alle attività commerciali e artigianali nelle frazioni, valutando la riduzione dell’IMU per le imprese titolari dell’immobile strumentale.


 

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