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Dal Forum dei "Popolari per Cesena": "Vogliamo un territorio sicuro"

Sono intervenuti all’incontro Roberto Galeotti, segretario provinciale del sindacato di Polizia SiulpForlì-Cesena, e Daniele Domenichini, dirigente tecnico del Consorzio di Bonifica della Romagna

Venerdì si è svolto nela Sala Quartiere Cervese Nord a San Giorgio il quarto dei 10 Forum organizzati dai "Popolari per Cesena "che ha avuto come tema “Territorio Sicuro!”. Sono intervenuti all’incontro Roberto Galeotti, segretario provinciale del sindacato di Polizia SiulpForlì-Cesena, e Daniele Domenichini, dirigente tecnico del Consorzio di Bonifica della Romagna. Gilberto Zoffoli, Consigliere comunale e coordinatore dei “Popolari per Cesena”, ha introdotto la delicata problematica della sicurezza in tutti i sui aspetti, sicurezza personale, della proprietà, dell’ambiente. In particolare ha evidenziato "come risulti, per gran parte delle persone, che il vero problema è la sensazione di scarsa sicurezza, avvallata da continui fatti che si verificano, e la mancanza di azioni capaci di garantire valide difese di fronte alle avversità".    

Domenichini ha affrontato la cura del territorio per quanto riguarda i rischi ambientali (sismico, idraulico, idrogeologico e inquinamento). "Considerando che quasi tutto il territorio italiano è considerato sismico, e Cesena è un Comune dichiarato a rischio sismico, serve migliorare la sicurezza strutturale dei fabbricato esistenti - è stato evidenziato -. Occorre quindi incentivare, attraverso detrazioni fiscali e appositi bandi a sostegno, i lavori dei privati che rafforzano il patrimonio immobiliare, i danni alle cose e alle persone si possono ridurre solo con la messa in sicurezza, in quanto non è possibile prevenire i terremoti".

"Con gli altri rischi, al contrario, è possibile fare prevenzione, nel senso che si può riuscire ad individuare le cause dei rischi e in conseguenza predisporre interventi di messa in sicurezza per limitare l’effetto dei dissesti - è stato aggiunto -. Inoltre è indispensabile mettere in campo azioni amministrative e norme che possano limitare i danni provocati dalle azioni antropiche, che negli ultimi 60 anni hanno prodotto l’aumento dei rischi ambientali (urbanizzazione, nuove modalità di lavorazioni agrarie, impermeabilizzazione dei terreni, mancata regimazione idraulica nei territori collinari e montani, emungimento di acqua e gas dal sottosuolo con aggravamento della subsidenza)".

"La prevenzione nei confronti dei rischi ambientali - è stato sottolineato - dovrebbe fare parte della programmazione a livello Comunale, si dovrebbe quindi parlare di stabilizzazione di un’area a rischio di frana, protezione di un pendio per la caduta massi, realizzazione di un adeguata regimazione idraulica per evitare inneschi di movimenti franosi, preventiva regimazione dei corsi d’acqua montani e collinari, utilizzo di tecniche agrarie (arature in particolare) che non producano fenomeni di dilavamento superficiale, idonea manutenzione dei corsi d’acqua in pianura e realizzazione di canali scolmatori, casse di laminazione delle piene, recupero e miglioramento dei sistemi fognari di acque bianche divenuti insufficienti a causa della grande inurbazione. Solo con la prevenzione si possono ridurre i rischi e gli interventi in emergenza in seguito ai danni". 

Galeotti ha preso in considerazione la sicurezza (o la mancata sicurezza) presente e percepita dalle persone, a causa di furti, scippi, azioni terroristiche: "La città di Cesena avrebbe bisogno di un organico di polizia più numeroso per potere garantire un migliore controllo del territorio, ed è sicuramente molto importante la collaborazione della popolazione con la polizia, anche semplicemente effettuando segnalazioni di presenze sospette. Sono consigliate le difese attive delle proprie abitazioni, quali ad esempio sistemi di sicurezza con allarme antintrusione, videosorveglianza, collaborazioni di vicinato, che potrebbero costituire un buon deterrente contro i malintenzionati. In questo contesto, l’immigrazione ha aggravato il problema, la difficoltà a trovare occupazione comporta per molti immigrati la tendenza a delinquere con spaccio di droga, furti, disturbo della quiete pubblica. E’ evidente che l’unico modo civile di convivenza fra le diverse popolazioni giunte in Italia presuppone la presenza di una educazione e scolarizzazione degli immigrati, questi potranno essere considerati concittadini solo se saranno in grado di rispettare le nostre leggi, la cultura, le tradizioni, e il nostro modo di vivere".

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