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Codice rosso, da un avvocato cesenate il primo commento per l'applicazione della legge

“Un concreto passo in avanti per la difesa e la tutela delle donne vittime di maltrattamenti e violenze e di tutte le persone considerate più a rischio"

“Un concreto passo in avanti per la difesa e la tutela delle donne vittime di maltrattamenti e violenze e di tutte le persone considerate più a rischio. Crediamo che l’aver parlato di questo grave problema, il fatto di averlo portato al centro dell’interesse del legislatore e della società, con il grande dibattito che ne è seguito, sia servito a dare impulso e coraggio alle donne che intendono denunciare i loro persecutori. Noi siamo certamente dalla parte delle donne e dei bambini abusati, il nostro obiettivo è quello di tutelarli e difenderli dai violenti e dai persecutori. Puntiamo ad agire di più, a fare di più, certamente di più di quello che è stato fatto nel corso degli anni passati”. 

Lo ha dichiarato l’on. Jacopo Morrone durante la presentazione, avvenuta mercoledì pomeriggio a Roma, nella Sala Stampa alla Camera dei Deputati, del primo commento alla legge 69/2019 ‘Codice Rosso’, di cui è autore insieme agli avvocati Cristina Paolini e Enrico Sirotti Gaudenzi.
All’iniziativa, oltre all’avv. Sirotti Gaudenzi, sono intervenuti i parlamentari della Lega Riccardo Molinari e Lucia Borgonzoni e l’editore Antonio Revelino, moderatore il giornalista Pietro De Leo. “Una norma che tocca più aspetti, che incide in modo positivo sulle procedure per velocizzarle e che è da contestualizzare – ha precisato Molinari – in una riforma complessiva della giustizia a favore e tutela dei cittadini che la Lega ha sostenuto fortemente e che oggi sembra impantanata”.

“Si tratta di un punto dipartenza di quella che deve essere una rivoluzione dal punto di vista dei percorsi della giustizia, ma anche sotto l’aspetto culturale e educativo. Questo – ha spiegato Borgonzoni - è lo strumento legislativo che aspettavamo da anni, a cui far seguire un’accurata formazione e la costruzione di una rete che dia risposte adeguate e veloci, dove gli attori sono soprattutto gli enti locali. Si tratta di problematiche anche complesse, penso per esempio alle adolescenti straniere obbligate a matrimoni combinati o costrette a vite segregate in virtù della loro religione e di tradizioni coercitive, che non possono essere affrontate a colpi di slogan o semplicisticamente, ma con preparazioni adeguate e senza il paraocchi ideologico”.

“L’allarme sociale ha reso imprescindibile l’intervento del legislatore il cui obiettivo – ha sottolineato infine Sirotti Gaudenzi - è stroncare sul nascere l’azione criminosa restituendo sicurezza e vicinanza alla vittima. L’impianto normativo è in perfetta linea con la convenzione di Istanbul del 2011, con la direttiva 2012/29 UE, con quanto sancito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e con la nostra Costituzione, risolvendo quindi una lacuna determinata fino a oggi dall’inerzia dello Stato”

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