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CliCiak, Mdp affonda sulla giunta: "Pressapochismo e colpevole sciatteria"

E 'Possibile': "Il pesce grande stia cercando di mangiare il pesce piccolo. E chi dovrebbe difendere, proteggere e guidare il pesce piccolo, l'Amministrazione, ci sembra che invece stia preparando questo pasto"

“Condanniamo con forza gli atteggiamenti con i quali l’amministrazione comunale ha gestito la vicenda della chiusura di CliCiak, la rassegna delle foto di scena inventata e organizzata dal Centro Cinema San Biagio negli ultimi vent’anni”: è ancora più netto il dissenso di “Articolo 1 -Mdp”, la nuova formazione politica nata dalla rottura di Pierluigi Bersani e Massimo d'Alema col Pd, forza nella maggioranza del sindaco Lucchi con due consiglieri. Dopo una precedente presa di posizione, i bersaniani tornano all'attacco.

Riporta una nota: “Si sono accettati passivamente i “consigli” – forse non disinteressati – pervenuti dalla potentissima cineteca di Bologna, con la quale a suo tempo si è voluto legare il Centro Cinema con una costosa convenzione (65.000 euro). La Cineteca di Bologna oggi propone di cambiare nome e struttura a CliCiak, con motivazioni inconsistenti, che anche solo il buon senso dimostrano addirittura controproducenti: si è parlato genericamente di «aggiornare» il titolo della rassegna ai tempi, quando chiunque, anche solo minimamente esperto di strategie comunicative, sa bene che una iniziativa prestigiosa, consolidata nel tempo, mantiene la sua identità e la sua forza attrattiva proprio a partire dal nome con cui si è resa nota e che quindi la caratterizza. Ma quel che è peggio, a questa immotivata novità si accompagnerebbe di fatto la creazione di un nuovo fondo per l’acquisizione delle foto selezionate, rispetto all’attuale, già esistente e tanto ricco. Il motivo è ignoto, e fa sorgere più di un sospetto sulla possibile collocazione finale di questo nuovo fondo e, alla lunga, anche di quello attuale: un fondo che fa gola a molti, dotato com’è di archivi corposi e di valore. Una dichiarazione impacciata del presidente della Cineteca bolognese e due vaghe asserzioni dell’assessore regionale alla cultura bastano e avanzano ai nostri amministratori, che subito si adeguano ed eseguono, nonostante le precise e circostanziate proteste dei primi e più diretti interessati: gli stessi fotografi di scena più noti e affermati, che minacciano di non partecipare più alla manifestazione”.
 
“L’amministrazione si mostra sorda sia verso ogni critica nei confronti di questo insensato progetto, sia rispetto al funzionario comunale che è stato l’ideatore e l’anima della manifestazione in questi venti anni, senza riconoscerne né i meriti, né le competenze. È forte il timore che si vada verso un inaccettabile smantellamento di tutto il Centro Cinema come autonoma istituzione culturale cittadina. Pressapochismo e colpevole sciatteria che si confonde con l’incompetenza sono infine risaltati dalla soppressione e dalla rapidissima resurrezione (un miracolo compiuto proprio in 24 ore!) del premio riservato ai nuovi partecipanti al concorso delle foto di scena. Quel premio era intestato a Giuseppe ed Alida Palmas, in quanto messo gratuitamente a disposizione dagli eredi dell’archivio del grande fotografo cesenate. Nel bando attuale non si fa cenno a questa intitolazione, sostituita da una dicitura del tutto anonima. Di fronte all’amarezza pubblicamente espressa da Roberto Palmas, figlio del noto fotografo, l’assessore alla cultura dichiara che si tratterebbe di un «mero errore di stesura» e che il premio manterrà la sua consueta intestazione. Visto che c’era, l’assessore avrebbe fatto meglio a correggere come mero “refuso politico” tutto questo incredibile pasticcio. Non rimarremo inerti, di fronte a tanta colpevole pochezza”.

POSSIBILE - Sul tema interviene anche “Possibile”: “Si tratta di un concorso conosciuto in tutta Italia, e non solo: ogni anno il Festival del Cinema di Venezia ospita una mostra speciale del Centro Cinema Città di Cesena San Biagio, una selezione dei materiali inviati al concorso è ospitata in mostre in tutto il mondo, da New York a Parigi, da San Francisco a Milano, mostre dedicate al "CliCiak" sono state ospitate anche a Roma. Per quale ragione, allora, cambiare il nome di una manifestazione di successo, conosciuta e riconosciuta? Si sperava che la collaborazione con la Cineteca di Bologna (alla quale il Comune di Cesena versa 65.000€) potesse portare vantaggi a entrambe, sottolineandone i punti di forza e facendole crescere. Ci sembra invece che il pesce grande stia cercando di mangiare il pesce piccolo. E chi dovrebbe difendere, proteggere e guidare il pesce piccolo, l’Amministrazione, ci sembra che invece stia preparando questo pasto. Si torni quindi non solo al "CliCiak" ma anche al Centro Cinema Città di Cesena in generale che, tolto dalla sua sede originaria al San Biagio (nome con cui è da molti conosciuto) e spostato in una piccola ala della Malatestiana, alleggerito fortemente del personale preposto (dai cinque iniziali a uno), appare sempre più snaturato”.

“Cesena ha dimostrato nei decenni scorsi una grande vivacità culturale, fatta di spinte propositive (anche dell'Amministrazione), di idee, proposte e realizzazioni lungimiranti e azzeccate, idee con un respiro nazionale e internazionale, non solo cittadino. Ora sembra invece che l’obiettivo sia quello di puntare alla sola dimensione cittadina, abbandonando quella di ampio respiro. C’è voluto coraggio, ci sono voluti grandi sforzi ed energie per creare quel che c'è, insensato sminuirlo o distruggerlo. Torniamo a puntare sui “pezzi buoni” che avevamo e creiamo le condizioni per farne nascere altre, perché se si continua così, ci toccherà presto dire anche “c’era una volta il Centro Cinema”.

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