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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Carta Bianca 2018, Popolari per Cesena: "Critici su quali opere fare e quali no"

Popolari per Cesena nutre "perplessità riguardo questa modalità di democrazia diretta sulla spesa per le opere pubbliche"

Popolari per Cesena commenta i risultati di Carta Bianca, l'iniziativa promossa dell’amministrazione comunale per raccogliere alcune proposte da parte dei quartieri e dei cittadini da inserire a bilancio per una realizzazione nel breve periodo (2018-2019). "Rispetto alla omonima iniziativa del 2016 riconosciamo che ci sono state delle migliorie, a partire della comunicazione con i quartieri, che ha permesso quindi una migliore organizzazione e partecipazione degli stessi alla prima fase (richiesta di progetti) e alla seconda fase (votazione dei progetti), e al raddoppiamento del budget da uno a due milioni di euro", esordiscono il coordinatore politico Gilberto Zoffoli, il responsabile area Istituzioni e Partecipazione Eugenio Fantozzi e il coordinatore quartiere, Tommaso Pirini.

"Tuttavia come Popolari per Cesena, in un momento di forte disintermediazione anche politica, nutriamo perplessità riguardo questa modalità di democrazia diretta sulla spesa per le opere pubbliche. Ha molto il carattere di quella delega che, scaricando la responsabilità della scelta, vuole sistemare le cose con una parvenza di democrazia diretta concedendo l’illusione del voto - proseguono Zoffoli, Fantozzi e Pirini -. Nella prima fase, ossia la presentazione delle richieste dei cittadini all’amministrazione comunale, crediamo sia molto importante perché permette di raccogliere quelle esigenze che talvolta non raggiungono i quartieri per vari motivi. Questo permette all’amministrazione di avere una maggiore consapevolezza capillare sulle esigenze del territorio, in particolare periferico. Mentre siamo molto critici sulla seconda parte: la decisione di quali opere fare e quali no. Ad una votazione diretta e “piatta”, avremmo preferito che da parte dell’amministrazione ci fosse stata un’assunzione di responsabilità, ci fossero state delle valutazioni che potessero mettere sullo stesso piano tutti i quartieri. Ad esempio, normalizzando i voti per il numero di cittadini per quartiere, altrimenti i più popolosi avrebbero (anzi hanno) potuto raccogliere più voti, a discapito di quelli meno popolosi".

"Inoltre a nostro parere vanno tutelate anche le richieste delle minoranze, magari che non riescono a raccogliere tanti voti perché in poche persone o in luoghi isolati. Queste esigenze non sono certo meno prioritarie di quelle centrali che riguardano una parte maggiore della cittadinanza - proseguono gli esponenti di Popolari per Cesena -. Noi pensiamo che la responsabilità di quali opere scegliere per la distribuzione del budget doveva essere presa dall’amministrazione comunale, con il parere dei quartieri (altrimenti qual è il loro ruolo?), per fare in modo che anche le minoranze e le zone isolate e periferiche venissero considerate. Inoltre le opere richieste che superano i 50.000 euro come possono essere richieste? Con Carta Bianca si interviene su quei piccoli progetti, sicuramente importanti, ma limitati, quando invece esistono (e non sono poche!) problematiche ed interventi che richiedono una messa in opera di risorse ben superiore a 50.000 euro. La mancanza di una lungimiranza, di una visione globale del territorio ci sembra evidente, richiediamo quindi a questa amministrazione di prevedere ncontri preliminari con i singoli quartieri per evidenziare le criticità, incontri con tutti i quartieri (previsti dal regolamento) insieme per valutare le singole problematiche in un’ottica di insieme che possa permettere una migliore gestione dei fondi tenendo presente la città tutta; la messa a disposizione di una cifra annuale per quartiere (100-200mila euro) sufficiente ad ottemperare alle piccole opere; ed infine, di tenere in considerazione la manutenzione. Perché quando si effettua un’opera, dalla piccola aiuola, alla grande piazza con suppellettili vari, va previsto un fondo per il suo mantenimento negli anni successivi, altrimenti si va inevitabilmente incontro al degrado".

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