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Bilanci del 2016, parte il confronto tra i15 comuni del cesenate

“In previsione delle scelte che i nostri Comuni dovranno compiere – spiegano Lucchi, in veste di presidente dell’Unione Valle Savio, e Gianluca Vincenzi, come presidente dell’ Unione Rubicone e Mare a nome dei colleghi -, abbiamo ritenuto opportuno anticipare una cornice di riferimento ed un’operazione di trasparenza da offrire al dibattito sui bilanci e sulla tassazione locale”

I Comuni del Cesenate avviano insieme il percorso per la definizione dei bilanci 2016. Lunedì, alle 14.30, nella sala del consiglio comunale di Cesena, i rappresentanti delle quindici amministrazioni del comprensorio incontreranno le associazioni di impresa e le organizzazioni sindacali per presentare loro un documento condiviso dai sindaci di Cesena Paolo Lucchi, di Bagno Di Romagna Marco Baccini, di Borghi Piero Mussoni, di Cesenatico Roberto Buda, di Gambettola Roberto Sanulli, di Gatteo Gianluca Vincenzi, di Longiano Ermes Battistini, di Mercato Saraceno Monica Rossi, di Montiano Fabio Molari, di Roncofreddo Massimo Bulbi, di S. Mauro Pascoli Luciana Garbuglia, di Sarsina Luigino Mengaccini, di Savignano sul Rubicone Filippo Giovannini, di Sogliano al Rubicone Quinto Sabattini, di  Verghereto Enrico Salvi.

“In previsione delle scelte che i nostri Comuni dovranno compiere – spiegano Lucchi, in veste di presidente dell’Unione Valle Savio, e Gianluca Vincenzi, come presidente dell’ Unione Rubicone e Mare a nome dei colleghi -, abbiamo ritenuto opportuno anticipare una cornice di riferimento ed un’operazione di trasparenza da offrire al dibattito sui bilanci e sulla tassazione locale”. Molteplici gli aspetti che verranno toccati nel corso dell’incontro, a partire dal complesso quadro attuale: nel 2015 la Legge di Stabilità ha lasciato in sospeso molte incognite su finanza locale e coperture del fabbisogno; per questo molti Comuni italiani (compresi alcuni del nostro territorio) non sono riusciti a rispettare i termini di approvazione del bilancio, con tutte le difficoltà e i disagi (anche per i cittadini) derivanti dall’esercizio provvisorio. Una situazione di incertezza che, quasi sicuramente, si riproporrà anche nel 2016, e che non  giova ai Comuni e ai cittadini

“Un bilancio preventivo in ordine ed approvato in tempi celeri - osservano i presidenti Lucchi e Vincenzi, anticipando i contenuti del documento condiviso che sarà alla base dl confronto di lunedì - rappresenta un bene pubblico per i cittadini. Questa consapevolezza è condivisa da tutte le nostre amministrazioni, che pure sono di diversi colori politici, e proprio perché ne siamo tutti fermamente convinti, abbiamo ritenuto necessario illustrare la realtà odierna che è quella in cui i tributi e le entrate locali costituiscono gran parte delle risorse necessarie per fornire i servizi fondamentali a famiglie ed imprese, con cui ogni sindaco declina la ricerca della equità e della coesione. La nostra qualità della vita è precipitata in questi ultimi anni a causa di una situazione economica difficilissima, con aumento della disoccupazione, con progressivo indebolimento delle nostre imprese (soprattutto di quelle medio-piccole), con incertezze diffuse. Ma la rete di servizi dei Comuni ha sostenuto famiglie e cittadini, soprattutto quelli più deboli come minori ed anziani, ed ha continuato a garantire la cura delle città, il decoro, la sicurezza”.

In attesa che il Governo chiarisca, con la "Legge di stabilità", alcuni punti sui quali è ancora in corso una riflessione nazionale, i sindaci valutano positivamente quanto dichiarato pubblicamente dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e cioè che gli enti locali vedranno compensata l’abolizione della tassazione sulla abitazione principale con pari risorse trasferite dallo Stato. Saranno dunque garantiti agli enti locali i circa 3,4 miliardi di euro che perderanno con la cancellazione della Tasi sulla prima casa. Ma ci sono altre opzioni altrettanto rilevanti: allentare sensibilmente il Patto di stabilità interno per poter investire con più decisione in scuole, strade, riqualificazioni urbane, premiando però soprattutto i Comuni più virtuosi; attribuire ai Comuni tutto il gettito dell’Imu sui capannoni industriali e una quota più elevata di quello relativo all’Imu sulla seconda casa, oggi prelevato per alimentare il Fondo di Solidarietà Comunale; attivare politiche nazionali per l’edilizia scolastica, per l’emergenza abitativa, per la tutela del territorio.

“In sostanza – rimarcano i presidenti Lucchi e Vicenzi, richiamando i contenuti del documento sottoscritto dai quindici sindaci –  chiediamo, da un lato, un patto al Governo, per poter fare dall'altra parte un patto con i cittadini: gli sforzi che le nostre comunità fanno da anni con amministrazioni comunali (come la gran parte di quelle del cesenate), che non hanno atteso una norma nazionale per riorganizzarsi, riducendo in autonomia i costi ed aumentando la produttività della propria "macchina comunale", devono essere riconosciuti dal Governo che quindi non toglierà nuovamente risorse. In presenza di ciò ci impegniamo in ogni modo a ridurre complessivamente la pressione tributaria locale. Siamo convinti, con una azione congiunta a livello nazionale e locale, che possa riprendersi la nostra qualità della vita, il lavoro e le opportunità per il sistema economico, trasformando in speranza le incertezze e le paure. Le nostre amministrazioni si impegnano parallelamente a mantenere quella rete dei servizi comunali, che ha sostenuto famiglie e cittadini, soprattutto quelli più deboli come minori ed anziani, ed ha garantito la cura delle città, il decoro, la sicurezza”. 

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