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Auto elettriche, dalla Regione stop a richieste dell'Unione Europea

Tiziano Alessandrini (Pd), pur “condividendo la preoccupazione di fissare obiettivi irraggiungibili”, ha invitato a “non giocare però troppo al ribasso”

“Sarebbe più opportuno lasciare agli Stati membri l’individuazione degli obiettivi minimi di risultato”, dal momento che “la situazione di partenza, per quanto riguarda l’Italia, appare alquanto sovrastimata, con il rischio concreto di incorrere in futuro in possibili infrazioni”. Insomma, L'Unione europea chiede all'Italia un numero minimo di punti di ricarica per i veicoli elettrici, da rendere operativi entro il 31 dicembre 2020, troppo alto.

È quanto si legge nel documento licenziato all’unanimità dalle commissioni Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli, e Politiche economiche, presieduta da Franco Grillini, riunite giovedì in seduta congiunta per esprimersi in fase consultiva sulla comunicazione "Energia pulita per i trasporti" della Commissione europea, che chiedeva all’Italia, fra altri risultati da centrare, anche “1.255.000 punti di ricarica di cui 125.000 accessibili a tutti”.

Pur “condividendo le finalità e gli obiettivi” della comunicazione, il parere prende le distanze sulle premesse: i consiglieri rilevano infatti come “la Commissione parte dal presupposto, dandolo per acquisito, di una crescente domanda di energia nel settore dei trasporti”, finendo quindi per concentrare “tutta la strategia sulla diffusione dell’utilizzo dei carburanti alternativi”, quando invece sarebbe prima necessaria “una forte azione volta a contribuire al cambiamento delle risposte da dare alla crescente domanda di mobilità e alla nascita di una nuova domanda di mobilità, più intelligente, sicura, efficiente e sostenibile”, con l’obiettivo di arrivare “alla riduzione della domanda di energia”.

Paola Marani (Pd) è intervenuta per sottolineare come questi richieste dall’Europa siano “una occasione straordinaria per riflettere su un Piano energetico a livello nazionale” anche perché “siamo già a rischio sanzione per il ritardo nella programmazione”. Andrea Defranceschi (M5s) ha invece constatato come “senza risorse è difficile si possano raggiungere questi obiettivi, che sono troppi ambiziosi se, come succede in Italia, si parte in ritardo”. Franco Grillini (Misto), ripercorrendo l’evoluzione tecnologica del settore, ha evidenziato come “solo incentivando la ricerca si può agevolare l’uso dell’auto elettrica”, mentre Tiziano Alessandrini (Pd), pur “condividendo la preoccupazione di fissare obiettivi irraggiungibili”, ha invitato a “non giocare però troppo al ribasso”. Monica Donini (Fds) ha lamentato “un’altra contraddizione dell’Europa: l’idea è buona ma avulsa dal contesto reale e deve poter essere rivista”.

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