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Ausl unite? Il Pdl attacca: " Forlì vuole dividere solo i debiti"

"Ancora una volta le manovre sulla sanità provinciale partono non dai bisogni della popolazione, né da quelli dell'organizzazione, ma dalle esigenze del contenimento della spesa".

“Ancora una volta le manovre sulla sanità provinciale  partono non dai bisogni della popolazione, né da quelli dell’organizzazione, ma dalle esigenze del contenimento della spesa. La conferenza socio sanitaria forlivese, resasi conto dell’insostenibilità di mantenere ingiustificabili livelli di spesa, ritorna all’attacco della sanità cesenate, come avviene periodicamente da 20 anni”. Il consiglieri comunali del Pdl criticano aspramente la volontà nuovamente espressa da Forlì, di una unificazione tra le due Ausl.

“Che non ci sia nulla di nuovo, che si voglia solo agire sulla spesa, dividendo a metà i disavanzi, lo si evince chiaramente dallo spericolato appello dei sindaci forlivesi, che, rigettando l’ipotesi di una irrealizzabile fuga in avanti quale l’unica USL romagnola, che sarebbe oggi una semplificazione organizzativa ad alto tasso di inefficienza, perché i rapporti tra gli attori del sistema (politici,  tecnocrati e medici) sono troppo complessi e conflittuali,  pongono con estrema decisione la questione della fusione delle due AUSL. La tanto decantata integrazione con Cesena, fonte di innumerevoli problemi sottaciuti e sottovalutati, ai forlivesi non basta più. - continuano i consiglieri - Con la fusione delle AUSL invece, e il trasferimento a Forlì della direzione unica e delle strutture amministrative di vertice, e soprattutto con la fusione economica, i loro problemi sono per il momento risolti. Il loro grande e nuovo ospedale è pronto ad accogliere i pazienti cesenati, le loro magnifiche “eccellenze” saranno consolidate, e il Morgagni sarà l’ospedale HUB dell’unica azienda, mentre il Bufalini resterà un grosso ospedalone “territoriale”, pur mantenendo alcune strutture di buon livello  (Neurochirurgia, Centro grandi ustionati, neonatologia)”.

“E così nella nostra ridente cittadina, dove i problemi della legislatura sono già stati tutti risolti dalla formidabile azione di una giunta che in 900 giorni ha fatto 4655 incontri di lavoro di vario tipo (come risulta dalla lettura del coloratissimo opuscolo stile minculpop - Gli anni nuovi di Cesena), dove regnano un benessere diffuso e una radicata coesione sociale, dove si riesce a malapena a fare un consiglio comunale al mese, perché tanto argomenti non ce ne sono, e dove quando si parla di sanità il sindaco sorride sornione facendo intendere che ci pensa lui, siamo in attesa di questo  ulteriore passo di burocratizzazione del sistema, ennesimo provvedimento di una riorganizzazione infinita e inefficiente, mai adeguata alle esigenze, perché fondata su una visione angusta della sanità e non su ciò che effettivamente serve. È un’attesa piena di delusione e di amarezza la nostra, per questo ulteriore attacco alla salute dei cittadini, ma non rassegnata. - concludono - Adempiremo fino in fondo al nostro compito di controllo, di denuncia e di proposta perché prevalgano gli interessi dei cittadini e non dei tecnocrati e dei funzionari di partito”.

 

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