Ausl unica: "Non ci interessa un'Hera della sanità"
"Noi non siamo contrari all’ Asl unica, accettiamo anche questa nuova sfida di cambiamento, perché serve complessivamente un "governo" della sanità a dimensione romagnola"
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti “. "Il rispetto - ha detto Bruno Giorgini di Sel - dell’ articolo 32 della nostra Costituzione è pertanto quello dove una vera democrazia è quella in cui l’accesso alle cure e al benessere è diritto di ogni cittadino. E una politica di sinistra è una politica che considera che tale diritto sia garantito da una sanità pubblica, piuttosto che privata".
"Quindi la salute è un diritto tutelato dalla nostra Costituzione: per cui questo diritto deve essere garantito da un sistema sanitario nazionale pubblico e universalistico, sostenuto dalla fiscalità generale: noi difendiamo questo principio e contrastiamo i tagli alla spesa sanitaria, vogliamo una sanità di qualità per tutti. I tagli lineari alla spesa sanitaria operati in questi anni e previsti per quelli futuri ( le cifre ufficiose, parziali ma abbastanza vicine alla realtà, parlano di 30 miliardi di euro, di cui 1,5 in E.R., e di 20 mila posti letto in meno in meno nel periodo 2011-2015 ) non hanno prodotto una maggiore efficienza, ma stanno producendo solo riduzione di servizi e maggiori costi per il singolo cittadino".
"In Emilia Romagna, la sanità pubblica ha raggiunto nel corso degli anni livelli di assoluta eccellenza, riconosciuta anche da importanti agenzie internazionali. Non è secondario sottolineare come tutto questo sia stato realizzato, comunque e nonostante tutto, senza perdere di vista la sostenibilità economica, con bilanci sostanzialmente in equilibrio, con una gestione oculata e razionale delle risorse umane e materiali a disposizione, con un limitato accesso alla sanità privata, al contrario di quanto accaduto in molte regioni e territori italiani, dove – come in Lombardia - ingenti risorse sono state concesse al privato- profit, e dove mala-sanità, clientelismo, sprechi, malaffare, corruzione, e anche collusioni mafiose, l’hanno fatta da padrone".
"Noi non siamo contrari all’ Asl unica, accettiamo anche questa nuova sfida di cambiamento, perché serve complessivamente un "governo" della sanità a dimensione romagnola, tale da garantire al tempo stesso servizi migliori e risparmio. E perché, in questo modo, la politica si deve riprendere la sua funzione di governo della sanità, che lasciata di fatto, come sostanzialmente è avvenuto fin qui, nella mani dei tecnici, dei dirigenti, dei managers, ha prodotto a volte storture e distorsioni: ha amplificato la burocrazia, ha ridotto i margini della formazione e dell'aggiornamento scientifico dei medici, ha prodotto scelte incomprensibili ( come la cardiologia d' urgenza ), che sottraggono ai territori non servizi ad alta specializzazione, ma quelli che dovrebbero essere comuni e a disposizione di tutti".
"Non ci interessa un’ Hera della sanità: sarebbe, anzi, il declino della sanità d'eccellenza che caratterizza la nostra regione. Ci interessa attorno alla sanità un più alto ed efficace livello di discussione pubblica e di decisione politica. Anche perché per noi le politiche romagnole di “ Area Vasta “ interessano non solo la sanità pubblica, ma fanno riferimento ad altre politiche di sinergia e concentrazione in atto fra le quattro realtà territoriali".
"La formazione di un'unica Asl romagnola non si deve quindi risolvere in una delle solite e ormai note operazioni burocratiche, volta solo al taglio di risorse che stanno sempre più diminuendo e a fronte di richieste in aumento, ma deve diventare l’ occasione del miglioramento della nostra sanità pubblica locale, e dei molteplici servizi offerti ai cittadini in difesa della salute.
Purtroppo, come sempre, ci troviamo ad affrontare il tema della riorganizzazione delle Asl non solo a partire da uno studio sulle possibilità di miglioramento del servizio sanitario in relazione ai bisogni degli utenti, ma sulla base della necessità di inventarci sistemi che ci permettano di inseguire i tagli di bilancio imposti da governi centrali del tutto ignari della funzione storica e presente del welfare-state.
Quello che posso dire è che noi appoggiamo l'ASL unica anche come tentativo estremo di riduzione del danno, come ulteriore trincea di difesa: vogliamo quindi capire meglio se la fusione sarà allo stesso tempo meno costosa e più efficiente, se sarà in grado di mantenere inalterata la qualità dei servizi e delle prestazioni, se vorrà puntare anche su una più marcata innovazione e ricerca scientifica e tecnica".
"E comunque “ il vero problema dei problemi “ non è la dimensione aziendale di 4 Asl o di un'unica Asl, il problema, a Cesena e in Emilia Romagna, ma soprattutto in Italia, è mantenere, tenere in piedi, come continuare a pagare un S.S.N. in un momento di crisi epocale, dove l’ attacco allo stato sociale e ai beni comuni è sempre in agguato".