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Ausl, sostegno ai precari: "Diamo al lavoro sicurezza e dignità"

"Le stabilizzazioni sono solo un primo passo, non sufficiente, per superare in maniera definitiva le forme di lavoro flessibile e precario", viene evidenziato

Il Comitato Mille Papaveri Rossi si schiera al fianco dei precari e delle precarie dell'Ausl della Romagna. "Rimaniamo - evidenziano - ancora in attesa, sperando i tempi siano davvero celeri, delle graduatorie realizzate in base ai requisiti previsti dall'accordo firmato in Regione dai sindacati, ai quali chiediamo massimo impegno e serietà, per la stabilizzazione di circa 800 lavoratori delle Ausl dell'Emilia Romagna, di cui 250 dell'Ausl Romagna. Graduatorie dalle quali, gli aventi diritto, potranno finalmente essere assunti a tempo indeterminato".

Le stabilizzazioni, le internalizzazioni dei servizi (invertire la rotta sulle esternalizzazioni), la riqualifica dei lavoratori, la sicurezza sul lavoro, il No al "Jobs Act", il No alla "Legge Fornero" e dare un futuro lavorativo (stabile) alle giovani generazioni, sono le nostre priorità - proseguono dal comitato -. Da sempre dalla parte dei precari e delle precarie, in particolare con quelli "cronici" dell'Ausl della Romagna, che quotidianamente e con grande professionalità lavorano in ambito sanitario. Perché centralità del paziente, eccellenze, trauma center, professionalità e qualità dei servizi, non possono prescindere da lavoratori e lavoratrici che negli anni hanno maturato esperienza, competenza e professionalità in grado di dare qualità ai servizi". 

"Partendo quindi dall'accordo siglato nell'ottobre 2014 tra l'assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna e le associazioni sindacali confederali di categoria, per la copertura stabile di circa 1000 posti in organico (su un totale di più di 2300 precari) per il triennio 2014-2016, in larga parte disilluso, oggi guardiamo con cauto ottimismo questa prima parte di stabilizzazioni, le cui graduatorie avranno validità per il triennio 2018-2020 - concludono -. Stabilizzazioni che sono solo un primo passo, non sufficiente, per superare in maniera definitiva le forme di lavoro flessibile e precario, che dovrebbero invece essere utilizzato solo per i temporanei aumenti di attività o per le lunghe assenze o aspettative. Per per non lasciare a casa nessun lavoratore precario e nessuna lavoratrice precaria. Diamo al lavoro sicurezza e dignità".

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