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Abolizione Province, Bulbi è un fiume in piena: "E' un governo Bed&Breakfast"

"Dopo giorni convulsi di contrattazioni in cui il titolo "Province" alla Borsa PdL-Lega aveva mostrato balzi isterici in su ed in giù, finalmente, durante il caffè del mattino, abbiamo avuto la notizia: le Province saranno tutte abolite"

“Dopo giorni convulsi di contrattazioni in cui il titolo “Province” alla Borsa PdL-Lega aveva mostrato balzi isterici in su ed in giù, finalmente, durante il caffè del mattino, abbiamo avuto la notizia: le Province saranno tutte abolite; tutte, senza distinguo di numero di abitanti e di quoziente di popolazione”. Lo ha sottolineato, con un pizzico di ironia, il presidente della Provincia di Cesena, Massimo Bulbi, che ha commentato così la decisione sull’abolizione delle Province.

“Finalmente è stata fatta un po' di chiarezza – continua Bulbi - il Governo (meglio B&B, che non è “Bed and breakfast” nonostante, spesso, le modalità in cui certe decisioni vengono assunte lo faccia pensare) ha preso una decisione che presenta aspetti positivi e negativi. Di positivo c'è, innanzitutto che, per abolire le Province, con buona pace di Di Pietro che pure di queste cose dovrebbe intendersi, servirà una legge costituzionale. Essendo molto il tempo necessario ad approvarla, i parlamentari potranno discutere finalmente di cose concrete. Innanzitutto fare una valutazione circa la necessità o meno di un livello sovra-comunale per svolgere alcune importanti funzioni, quali il coordinamento, la programmazione e il controllo e, non secondariamente, come ridistribuire deleghe e funzioni oggi in capo agli 'enti morituri'... Auspico vivamente che essi ragionino nell'ottica di delineare un sistema che sia il più possibile vicino ai cittadini: sarebbe davvero spiacevole se si dovesse, domani, salire fino a Bologna per ottenere un'autorizzazione, il timbro su una pratica, ecc”.

“Di positivo in questa scelta c'è, poi, la caduta di molte discussioni fuorvianti udite fin qui. Innanzitutto i nostri Parlamentari potranno veramente ragionare di come riorganizzare la Pubblica Amministrazione nell'ottica dell'efficienza e dell'economicità e allo stesso tempo potranno discutere dei veri costi della politica (i loro stipendi, i benefit, i viaggi all'estero, le pensioni d'oro) rimasti assolutamente intoccati. I nostri Consiglieri Regionali avranno adesso più tempo per interessarsi dei problemi veri del territorio: penso, ad esempio, all'edilizia scolastica da adeguare alle norme antisismiche, alla gestione dei nuovi ticket con le problematiche che hanno sollevato, all'organizzazione  del sistema fieristico/aeroportuale  e terminando con il problema dei danni all'agricoltura legati alla 'Caccia in Deroga'”.

“A livello partitico, potremo registrare da subito vari effetti: l'Italia dei Valori potrà smettere di allestire banchetti in piazza per raccolte firme e i suoi esponenti che rivestono cariche amministrative potranno, con maggior frutto, dedicarsi al loro incarico; l'UDC ed il suo leader Casini, che rivendicherà senz'altro di essersi battuto per questo risultato e di essere uno dei vincitori.... senza essere coi vincitori, s'impegnerà, vista la grande competenza in materia, per la lotta all'abolizione dei privilegi della 'Casta'; il PD porrà fine al 'florilegio' di proposte, di distinguo e di conti sbagliati che abbiamo dovuto ascoltare dai suoi esponenti”.
 
A livello locale muore in culla – conclude il presidente della Provincia - il dibattito sull'utilità della Provincia di Romagna; chissà se, volendo essere ugualmente un 'laboratorio politico' si vorrà aprirne un altro sull'utilità della Regione Romagna...Insomma, adesso, anche fra amministratori, potremo tornare a parlare veramente, come io chiedo da tempo, dei nostri veri problemi. Lo ha già fatto a metà agosto Paolo Lucchi, Sindaco di Cesena e anch'io, lunedì prossimo, incontrerò tutto il mondo associativo e sindacale per affrontare i nuovi problemi dati dell'acuirsi della crisi economica e  realizzare, anche a livello locale, quel cambio di passo necessario per affrontare quei nodi presenti da tempo e che necessitano di essere sciolti per liberare le imprese, garantire l'occupazione e creare sviluppo.

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