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"Non ci saranno più le estati di una volta. E i temporali saranno sempre più violenti"

Sembra esser tornati indietro nel tempo, quando le estati non avevano più di una ventina di giorni sopra i 30 gradi. Ma è solo un ricordo

Sta regalando in questi giorni il lato più bello dell'estate: sole, temperature gradevoli ed una piacevole sensazione di fresco di notte. E' l'anticiclone delle Azzorre l'assoluto protagonista di questa seconda decade di giugno. Sembra esser tornati indietro nel tempo, quando le estati non avevano più di una ventina di giorni sopra i 30 gradi. Ma, tiene a puntualizzare Pierluigi Randi, tecnico meteorologo di Emilia Romagna Meteo - Meteocenter, difficilmente si potranno rivivere belle stagioni come negli anni 80 e 90. "E' molto più probabile che aumenti la frequenza di estati caldissime, e le proiezioni dei modelli climatici per i prossimi 50 anni sono piuttosto preoccupanti", osserva.

Si rivede finalmente l'anticiclone delle Azzorre: ma dove era finito?
In realtà non era scomparso, semplicemente a causa di una variazione a livello di circolazione atmosferica generale, tendeva a portarsi in posizione anomala (troppo ad ovest a causa del prevalere di basse pressioni su Atlantico centrale) lasciando campo all’anticiclone nord-africano. Ricordo che l’alta pressione delle Azzorre è una figura barica presente solo nei bassi strati, mentre in quota gli anticicloni dinamici sono, alle nostre latitudini, sempre sub-tropicali. Dobbiamo poi aggiungere che mediamente, negli ultimi 10-15 anni, abbiamo avuto una prevalenza di monsone africano (Wam) più forte del normale, e quando ciò accade l’alta pressione nord-africana è stimolata a salire più a nord di latitudine.

E' indubbio che ci stiamo abituando ai cambiamenti: di sera bisogna tirar fuori anche la giacchetta...
Infatti; in realtà il mese di giugno è stato fino ad ora piuttosto instabile ma anche assai caldo, insomma ci stiamo abituando ad un clima sempre più caldo, per cui quando le temperature si avvicinano alla norma ci sembra quasi fresco se non proprio freddo.

Quanto durerà questa piacevole sensazione?
Almeno per un’altra settimana non sembrano esserci i presupposti per invasioni persistenti dell’alta pressione nord-africana con caldo severo, anzi nel week-end farà probabilmente un po' più fresco rispetto ai valori attuali, per cui per ora la canicola non si farà sentire, anche se l’estate è appena iniziata.

Un "caldo buono" stile anni '90: ma secondo lei torneranno l'estati di una volta?
Molto difficile, direi quasi impossibile. L’attuale congiuntura climatica (global warming) vede proprio a carico dell’estate il maggior incremento di temperatura media riaspetto al passato sulla nostra penisola. Tanto è vero che estati come quelle del 2002 o del 2014 sono state considerate fresche, ma in realtà ebbero temperature perfettamente aderenti alla norma climatologica; instabili si, ma fredde proprio no. Piuttosto è molto più probabile che aumenti la frequenza di estati caldissime, e le proiezioni dei modelli climatici per i prossimi 50 anni sono piuttosto preoccupanti, con segnale molto forte su elevata probabilità estati “estreme” stile 2003-2012-2015-2017. Certo, l’eccezione potrà sempre manifestarsi, ma il trend oramai è tracciato.

E' l'inizio di un'altra estate rispetto alle ultime soffocanti?
Forse non sarà come quelle citate poc’anzi, ma ben difficilmente potrà essere fresca. Diciamo che lo scenario di massima è diretto verso una stagione calda, più calda rispetto alla norma climatica, ma non “estrema”.

Il surriscaldamento della stratosfera di febbraio e l'attività solare al minimo possono avere delle ripercussioni sulla stagione?
Direi di no, i riflessi di queste forzanti di norma si fermano alla primavera, e nel 2018 nemmeno a quella, dal momento che abbiamo avuto la terza primavera più calda dal 1950. Per quanto concerne l’attività solare debole gli eventuali riflessi sono più diluiti nel tempo ed in generale non si riflettono in una sola stagione. In realtà il motore principale è rappresentato dalla eccessiva concentrazione in atmosfera dei gas otticamente attivi (gas serra) che incide fortemente sul bilancio radiativo e termico terrestre modificando di riflesso la circolazione planetaria. Sarà quello l’aspetto che dovremo considerare di più,  a meno che il sole non abbia un minimo di assoluto rilievo, ma non sembra proprio questo il caso.

Le proiezioni cosa indicano per i prossimi mesi?
Maggiore probabilità di temperature elevate o molto elevate su centro-est Europa, specie tra paesi danubiani ed area balcanica; un poco più basse su Europa occidentale. Noi saremmo in una via di mezzo, forse fuori, almeno a tratti, dal caldo estremo, ma comunque con una stagione sopra le righe sotto il profilo termico. Forse leggermente più instabile, quella è una eventualità non remota. Occorre sempre ribadire che questi scenari sono molto “di massima” e vanno considerati con molta cautela.

Cosa risponde a chi dice che è finita l'era dell'anticiclone africano?
Che si sbaglia di grosso e che non conosce bene le basi della fisica dell’atmosfera. Non è detto che non si possa prendere qualche periodo o qualche stagione di “ferie”, ma la sua figura diverrà sempre più protagonista nei prossimi decenni, particolarmente nel periodo estivo.

Cambiando argomento, l'inizio di giugno è stato caratterizzato da tanti temporali. E' normale per il periodo?
Direi di sì; dei tre estivi giugno è statisticamente il più temporalesco, per cui avere un certo numero di giornate temporalesche in giugno dovrebbe rappresentare la normalità; ed al momento questo giugno mostra una attività temporalesca che 30 o 40 anni fa era da considerarsi la norma; oggi magari stupisce di più poiché stiamo facendo il callo ad estati con piovosità molto scarsa rispetto alla norma.

Non è normale vedere grandinate con chicchi sempre più grandi. Un altro regalo dei cambiamenti climatici?
Ci può essere una correlazione tra la presenza di aria molto calda ed umida nei bassi strati e la dimensione dei chicchi di grandine, anche se non è il solo ingrediente. Per avere grandine di una certa severità servono due ingredienti fondamentali: aria calda ed umida nei bassi strati e secca in quota; shear (rotazione ad aumento di velocità) verticale nel campo del vento. Se da un lato i parametri di shear sembrano stabili, stanno incrementandosi quelli di aria molto calda ed umida vicino al suolo, per cui qualche riflesso negativo indubbiamente può esserci. Peraltro i dati ci dicono che stanno diminuendo in frequenza le grandinate estive, ma con energia di caduta (diametro che chicchi) in aumento. In pratica grandina di meno (in estate) rispetto al passato, ma quando lo fa sembra farlo con maggiore severità.

Dovremo aspettarci fenomeni sempre più estremi?
Molto probabilmente sì, ed anche qui torniamo al problema del warming: più l’aria si surriscalda più acqua può trattenere l’atmosfera, rendendola poi disponibile ai sistemi nuvolosi che si sviluppano. Quindi ci aspetteranno piogge più intense nell’unita di tempo, e fenomeni temporaleschi più violenti.

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