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Proliferano cinghiali, cervi e daini: danni alle coltivazioni, Bagno di Romagna chiede l'aiuto della Regione

Spiega Baccini: "In prima battuta, ho inviato immediatamente alla Regione Emilia-Romagna una richiesta di attivazione urgente dei Piani di controllo, in tutte le forme previste dal protocollo tecnico e per tutte le specie di ungulati previste"

Il territorio dell’Appennino Tosco-Romagnolo in questi giorni è alle prese più del solito con la presenza di un numero straordinario di ungulati che stanno creando seri problemi economici e sociali alla popolazione della montagna. Il problema è stato affrontato martedì nella sede comunale di Bagno di Romagna, dove il sindaco Marco Baccini ha incontrato i rappresentanti delle associazioni agricole e dell’Associazione Territoriale di Caccia Fo5, accompagnati da tanti imprenditori e cacciatori associati.

“Il tema - precisa il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini – si compone di due profili, uno contingente ed estremamente attuale ed uno di carattere più strategico e di pianificazione. Entrambe le questioni trovano comunque un unico fondamento di base nella necessità di gestire la folta presenza degli ungulati, senza distinzione tra cinghiali, cervi e daini, che ciclicamente ogni anno creano seri e concreti danni alle attività agricole ancora presenti sul territorio”.

“D’altra parte, le condizioni di gestione esistenti non permettono che la situazione descritta possa trovare una soluzione risolutiva neppure nella già efficiente gestione dell’attività di controllo, selezione e erogazione dei rimborsi organizzata dall’Atc Fo5. Basti pensare – precisa Marco Baccini – che negli ultimi 3 anni sono stati abbattuti oltre 3.500 cinghiali tra operazioni di braccata, girata e selezione, e che solo nel 2016 sono stati erogati dalla Atc Fo5 oltre 66mila euro di rimborsi per danni da ungulati, che, grazie all’impegno dell’associazioni territoriale cacciatori, coprono il 100% del valore dei danni periziati”.

“Il problema rappresentato si presenta in forma tanto più grave quest’anno a causa del coincidere di talune circostanze contingenti - prosegue Baccini - Una di esse è stata rappresentata dalle nevicate invernali, che hanno determinato la sospensione della caccia e, di conseguenza, il proliferare di un numero eccessivo di ungulati i quali, oltre ad avvicinarsi stabilmente ai centri abitati, stanno devastando i territori coltivati, annullando il lavoro di mesi di attività agricola.

“Certamente - precisa Baccini – il problema può essere risolto solo con la collaborazione e la stretta condivisione tra mondo agricolo e mondo della caccia e proprio con questo spirito abbiamo affrontato il tema ed il percorso da intraprendere insieme. In prima battuta, ho inviato immediatamente alla Regione Emilia-Romagna una richiesta di attivazione urgente dei Piani di controllo, in tutte le forme previste dal protocollo tecnico e per tutte le specie di ungulati previste, compresi in egual misura cinghiali, daini e cervi, così da cercare di arginare il problema attuale”.

“Oltre a tale misura straordinaria, ho proposto ai presenti di avviare un tavolo tecnico tra tutte le rappresentanze e istituzioni competenti, coinvolgendo i Comuni appenninici nostri vicini, per individuare forme di gestione degli ungulati condivise e aggiornate all’evoluzione della realtà economica e turistica e sociale dei territori appenninici, così da poter mettere in pratica programmi di gestione che garantiscano un equilibrio soddisfacente tra le varie realtà locali - conclude -. L’auspicio è quello di arrivare ad una situazione di stabilità che consenta agli agricoltori di lavorare con una minima garanzia di certezza ed ai cacciatori di operare  secondo modalità condivise e appoggiate sia dalle Istituzioni che dagli imprenditori, in un sistema di lavoro condiviso e circolare, che è l’unico strumento per salvare la montagna".

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