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Da Cesena a Singapore: 18mila km in bici per mangiare un pezzo di torta

Da Cesena a Singapore in bicicletta: una traversata estrema tra due continenti che sarà tentata da una coppia cesenate: Chiara Ricciardi e Riccardo Rocchi

Da Cesena a Singapore in bicicletta: una traversata estrema tra due continenti che sarà tentata da una coppia cesenate:  Chiara Ricciardi e Riccardo Rocchi. Il loro è un grosso e ambizioso progetto tra salute e cicloturismo, chiamato “For a piece of cake”, vale a dire “per un pezzo di torta”, in inglese. Perché è così importante questa fetta di torta?  Chiara Ricciardi, 26 anni, è diabetica di tipo I da quando ne aveva 11, di anni. La sua non è una sfida alla malattia, ma semplicemente un modo per dimostrare come sia possibile conviverci con equilibrio. Chiara è un ingegnere edile, con una grande passione per lo sport. Riccardo Rocchi, 33 anni, è fotografo e l'accompagnerà in questa avventura, ha all’attivo pubblicazioni in Italia, Canada, Taiwan e collaborazioni con importanti aziende.

“For a piece of cake” (Per una fetta di torta) sarà un reportage in bicicletta lungo 18.000 km, a cavallo tra spazio e storia, da Cesena a Singapore, pedalando in totale autonomia. Dall’Italia alla Turchia lungo i Balcani, per poi proseguire attraverso l’Iran fino a Dubai, a 7000 km da casa. In Oman la coppia si imbarcherà alla volta di Mumbai, India (per saltare le zone estremamente instabili politicamente di Pakistan e Afghanistan). Spiegano i due atleti: “Da qui per oltre 4000 km pedaleremo nel nord dell’India fino a raggiungere la Birmania, la nostra porta d’accesso al sud-est asiatico. Thailandia, Laos, Cambogia e Malesia ci accompagneranno per gli ultimi 6000 km fino a Singapore. Zagabria, Sarajevo, Sofia, Istanbul, Teheran, Dubai, Mumbai, Agra, Mandalay, Bangkok, Kuala Lumpur sono solo alcune delle città che incontreremo. Pedaleremo per oltre 18000 km verso est, fin dove c'è terra, per una fetta di torta”.

Il perchè di tutto questo è presto detto. La fetta di torta è un piacere scontato per molti ma non per tutti: Chiara ha il diabete di tipo I  e i carboidrati sono un nemico da affrontare a colpi di insulina e pedalate. Sempre Chiara Ricciardi: “L’attività fisica, infatti, nelle persone diabetiche riduce sensibilmente il fabbisogno di insulina. La bicicletta per noi non è mai stato uno sport ma un mezzo di trasporto, una chiave d’accesso ad una dimensione lenta e profonda dove è concesso il tempo per confrontarsi. Ci piace pensare alla bicicletta come ad una combinazione di rivoluzioni: quelle dei pedali e dei copertoni, che connettono i nostri piedi alla terra senza toccarla e la nostra fatica allo spazio”.

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Chiara scopre ad 11 anni di soffrire di diabete. Per dare coraggio ad una famiglia più spaventata di lei, si fa da sola la prima iniezione di insulina. Nel 2007 il microinfusore (dispositivo che consente l’infusione continua di insulina nel tessuto sottocutaneo) le semplifica la vita. Una grande passione per la ginnastica artistica, il calcolo dei carboidrati spiegato da una equipe medica competente e dinamica e la cucina sana della mamma hanno reso naturale la convivenza con un pancreas pigro. Il diabete ha accompagnato “la Chiara” nei campi scout pieni di zecche, sul surf tra le onde dell’Indonesia, nello studio tra Bologna, Lisbona, Sydney e New Mexico fino alla laurea (con lode), e poi ancora in viaggio, questa volta sui pedali e con Riccardo, dall’Italia alla Grecia. Perchè fermarsi? Chiara non vuole sconfiggere il diabete ma dimostrare, una volta ancora, che può essere un compagno di strada. Di ogni pedalata tra Cesena e Singapore.

La coppia si sente pronta al viaggio. Dopo l’ultimo test di fattibilità (in 26 giorni hanno coperto in bicicletta i circa 1600 km che dividono Trieste da Patrasso  senza nessun supporto), si parte: la nuova partenza è prevista a Giugno 2016, da Cesena. La tabella di marcia prevederà circa 1600 km mensili. Spiegano: “La scelta della data di partenza è funzionale alle aree climatiche che incontreremo lungo il percorso. L’estate permetterà di attraversare i Balcani senza imbatterci nelle gelide temperature invernali. Il lungo tratto turco, lungo la costa del Mar Nero, ci metterà invece alla prova con alte temperature e ci imporrà un’attentissima conservazione dell’insulina. Circa 2 mesi per attraversare l’Iran durante l’autunno, quando sarà ancora caldo, ma con temperature lontane dai picchi estivi. Alcune zone dell’Iran infatti, in estate, sono tra le più calde del mondo. Dubai e Oman saranno una breve parentesi prima di affrontare oltre 4000 km di India. Secondo i nostri piani arriveremo a Mumbai a Novembre, periodo che corrisponde alla fine delle piogge monsoniche in India. Percorreremo un lungo arco nel nord del paese e attraverseremo, tra le altre città, Agra, Jaipur e Varanasi".

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Ed ancora: "Ci addentreremo nello stretto lembo di terra indiano che divide il Bangladesh dal Buthan, fno alla remota regione al confine con il Myanmar (Birmania). Solo recentemente il Myanmar ha aperto i suoi confini terrestri agli stranieri, il che ci permetterà, in 28 giorni, di percorrere i 1700 km fino al confine di Mae Sot con la Thailandia. Rispettando queste tempistiche arriveremo nella parte alta del sud-est asiatico in piena “dry season” (Gennaio/Aprile 2017), in modo da poter pedalare agevolmente in Myanmar, Thailandia, Laos e Cambogia. Marzo e Aprile saranno 2 mesi molto caldi, subito prima dell’inizio delle piogge. Da Bangkok scenderemo lungo la costa della penisola thailandese prima e malese poi, evitando le zone di confitto nel sud della Thailandia. In Malesia le piogge saranno inevitabili. Dopo circa un anno dalla prima pedalata in Italia e dopo 18000 km rotolati sotto le ruote attraverseremo il ponte che collega la Malesia a Singapore”.

Chiara è supportata dai medici diabetologi Paolo Di Bartolo e Tosca Suprani, quattro occhi vigili su questa lunga avventura. E’ stato studiato un sistema per lo stoccaggio dell'insulina in viaggio a corretta temperatura ed è stata pianificata una rete per l’approvigionamento periodico dai presidi diabetici lungo il percorso. Per la pianificazione inerente alla sfera sport/diabete, i due cesenati si sono avvalsi della consulenza di Marco Peruffo, atleta diabetico che ha scalato vette da 8000 metri senza ossigeno.

Riccardo Rocchi ha alle spalle 7 anni di attività come fotografo professionista. E’ titolare dello Studio 2rph a Cesena e si è formato come post-produttore presso lo studio di Paolo Pellegrin (Magnum Photos) a Roma. Ha realizzato reportage in numerosi paesi tra cui Albania, Cambogia e Laos, pubblicati su Sette – Corriere della Sera - (Italy), Le Journal de la Photographie (France), Rhythms Monthly (Taiwan), UA Magazine (Canada). Ha quasi fnito il suo terzo passaporto. L’enorme quantità di materiale raccolto si tradurrà in diverse produzioni su cui la coppia lavorerà una volta rientrati.

"For a piece of cake": da Cesena a Singapore

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