Prova d'Attore a Sogliano: appuntamento con Antropolaroid
Sabato prossimo è in programma l’ultimo appuntamento della 16^ rassegna teatrale Prova d’Attore. Sarà in scena con lo spettacolo “Antropolaroid”, Tindaro Granata, uno dei più interessanti e affermati attori fra i giovani protagonisti del teatro italiano, come confermato dai numerosi e importanti riconoscimenti recentemente conseguiti. Nel 2013 ha vinto il Premio “Mariangela Melato” quale miglior giovane attore, nell’ambito dei riconoscimenti per le “Maschere del Teatro Italiano”. La nostra rassegna tende costantemente a proporre al pubblico un selezionato mix fra interpreti noti e nuove rivelazioni del teatro italiano. Lo spettacolo di Tindaro Granata è una chicca di pura interpretazione attoriale, narrativa e poetica.
Lo spettacolo nasce dall’esigenza di Tindaro Granata di sviluppare e rielaborare la tradizione del cunto, trasmessagli inconsapevolmente dai suoi nonni, entrambi analfabeti. Allontanandosi dal modello originario di tradizione orale, l’attore riscrive e reinterpreta il passato della sua famiglia intrecciandolo ad episodi di cronaca avvenuti nel suo paese di nascita, con l’obiettivo di raccontare agli spettatori una storia a lui necessaria e commovente. L’intento è quello di appropriarsi del “cunto” non attraverso lo studio delle tecniche che in questi anni sono state recuperate e utilizzate da diversi artisti, ma in maniera istintiva, proprio come i suoi antenati avevano fatto prima di lui. E’ importante sottolineare che i “cunti in questione non sono frutto di una elaborazione artistica, ma sono portati allo spettatore esattamente come a Tindaro vennero raccontati dai nonni.
L’attore li ha istintivamente memorizzati nel suo letto, come si memorizzano le favole della buonanotte, riportati dai nonni non consapevoli di utilizzare una tecnica antica, ma con il solo scopo di farlo addormentare o per dimenticare, per un’ora, la loro solitudine. Perciò, come tutte le favole, anche i cunti di Tindaro sono inquieti e servono ad esorcizzare le sue paure. Lo spettacolo, quindi, non ha l’obiettivo di recuperare una tradizione, ma di carpire il segreto del racconto stesso, come parte di un codice comune, di un DNA propriamente siciliano che si trasmette di nonno in nipote comunque e nonostante che il teatro contemporaneo se ne sia impossessato per trasformarlo in un’ arte colta. Antropolaroid , nella sua resa, resta un racconto grezzo e popolare.
Partendo dai racconti veri dei parenti, dai segreti di famiglia e di un terra sottoposta all’incessante controllo dei “Signori”, dai desideri di emancipazione, Tindaro costruisce uno spettacolo di poesia popolare, dove personaggi e voci, creati e portati in scena esclusivamente con l’aiuto del suo corpo, senza artifici scenografici, si alternano, si sommano, si rispondono, come in un’appassionante staffetta, come legati da un comune cordone ombelicale. Lo spettatore è accompagnato con grazia e ironia dentro una saga familiare dai contorni a tratti grotteschi, a tratti delicatissimi in cui corpo e parola danno vita alla “memoria”.