Presentazione del romanzo "Adelina" di Orintia Romagnoli Sacrati
Domenica 2 dicembre, alle ore 17,00, nell'aula magna della Biblioteca Malatestiana, il giornalista e saggista Paolo Turroni presenta "Adelina" romanzo di Orintia Romagnoli Sacrati pubblicato a cura di Franco Spazzoli, autore di una presentazione che ricostruisce la vita e l'opera di questa scrittrice, la più importante nata a Cesena ed una delle maggiori della letteratura italiana.
L'incontro sarà coordinato da Roberto Casalini che ha pubblicato il libro nelle edizioni del Ponte Vecchio.
Orintia scrisse commedie, novelle e romanzi e visse con intensa partecipazione il tempo travagliato tra '700 e '800, tanto che la sua stessa vita appare un romanzo affascinante.
Fu una donna dalla personalità complessa, dalla notevole bellezza e dal carattere determinato e generoso che la portò ad impegnarsi per gli ideali di indipendenza italiana dal dominio straniero e per quelli dell'emancipazione femminile.
Tra le sue amicizie ci furono Vincenzo Monti, Pietro Giordani, Aurelio Bertola ed anche Giacomo Leopardi che per lei provò una particolare affezione.
Fu amica di Carolina di Brunswick, moglie del re d'Inghilterra Giorgio IV e, nel 1820, si recò a Londra per testimoniare in suo favore nel processo intentatole dal marito per ottenere il divorzio.
Orintia nacque a Cesena nel 1762, figlia del marchese Lucio Romagnoli e di Caterina Leonardi Della Rovere.
Era poco più che bambina quando fu data in sposa al marchese Amedeo Sacrati di Ferrara, un matrimonio destinato a finire a cui seguì una lunga serie di relazioni che Orintia ebbe con scrittori, aristocratici, uomini di potere, financo cardinali come quel Giuseppe Albani, segretario di stato durante il pontificato di Pio VIII, che guidò le truppe papaline che sconfissero i liberali nella battaglia del Monte e misero a ferro e fuoco Cesena.
A Roma divenne tra le più importanti donne dedite alla letteratura e frequentò Accademie prestigiose come l'Arcadia.
Presto aderì al Romanticismo e il suo romanzo "Adelina", forse il primo romanzo italiano scritto da una donna, è stato inserito dal critico Stefano Calabrese tra i 100 romanzi più significativi dell'Ottocento italiano.
Fu anche una donna di grande coraggio che si battè per gli ideali di unità e indipendenza dell'Italia.
Uno degli atti più indicativi della sua generosità verso i patrioti italiani fu il dono a Pietro Maroncelli di una gamba artificiale fatta costruire a Londra per sostituire quella amputata durante la prigionia nel carcere dello Spielberg.
Orintia morì a Firenze, nel 1834, all'età di settantadue anni.