"L'urlo e il fruscio": mostra di Maria Chiara Zarabini
Domenica 18 marzo alle ore 18 inaugura alla Galleria Arte e Parole di Cesena (via Albizzi 11) la personale dell’artista bolognese Maria Chiara Zarabini dal titolo L’urlo ed il fruscio.
Il progetto L’ urlo ed il fruscio è la naturale prosecuzione del lavoro Cum Grano Salis (presentato nel 2013 a Faenza presso il Palazzo delle Esposizioni) ed il corpo dell’artista variamente riproposto continua ad essere il soggetto di una indagine autobiografica che parte dagli autoritratti del suo corpo realizzati con vari media.
Se nel precedente lavoro le forme antropomorfe ricavate dai calchi del corpo alludevano ad un contenitore metaforico anche ora le ceramiche ed i bronzi fra l’esibizione ed il contenitore alludono, nella loro sintesi formale , alla parte più intima, nascosta e carnale della sua persona che si svela, ma rimane sconosciuta nelle sue forme.
Non è un’indagine anatomica tesa alla verosimiglianza, quella che è stata portato avanti , ma è una trasposizione volumetrica che si è dilatata in una visionarietà a tratti surreale.
L’organo femminile nel suo esibirsi si è fatto così portatore ed amplificatore di un suono esistenziale: voce inconsueta, mai udita ed amplificata da una forma allungata come suo naturale prolungamento.
La ripetizione sintetica delle vulve, presenti nelle installazioni, diventa un’operazione corale nel dare voce a quella intimità e a quell’esistenza che fisicamente è sempre nascosta.
Se le ceramiche alludono alle millenarie rappresentazioni della yoni sacra come indelebile traccia di antichissimi culti matriarcali, riproporle trasfigurate in un colore che le impreziosisce ed in una forma misterica , vuole diventare un omaggio a quell’origine del mondo troppo spesso svilita e depauperata della sua dignità.
Le vulve sono anche le protagoniste di un video dove la loro esistenza attraversa diverse ed alchemiche fasi fino allo smaterializzarsi nell’impalpabilità sonora come ultimo e liberatorio traguardo.
I volumi lasciano così lo spazio ad un suono propiziatorio e ben augurale che fuoriesce da tintinnabula bronzei improbabili e leziosi fra l’anatomico e l’antropomorfo.
Anche in questa occasione il progetto tocca varie problematiche esecutive nell’ottica di dar voce ad una urgenza espressiva che oscilla fra la delicatezza del fruscio delle sete e l’urlo del disappunto quotidiano.
Il progetto prevede la presentazione in galleria di :
- ceramiche smaltate ( dimensioni variabili ) e di ceramiche di argilla rossa che compongono una installazione
- sculture in bronzo di varie dimensioni ( fra cui i tintinnabula cioè oggetti sospesi che producono un suono propiziatorio come quelli in uso nella antica città di Pompei ) ;
- sculture in rame dipinte ad olio con inserti ceramici e pietre dure ;
- un video sonoro a colori ( cortometraggio autoprodotto di circa 10 minuti )
- un catalogo a colori che documenta il lavoro con testi poetici dell'artista, ed i contributi critici e testi storico - archeologici di approfondimento sul tema della yoni sacra di : Cristiana Rigobello, Simona Bartolena e Roberto Pacchioli.