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Il premio "Cesena Città per la Pace" a Laura Boldrini

E' stato conferito a Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHACR), il Premio "Cesena Città per la Pace", giunto nel 2011 alla sua nona edizione

E’ stato conferito a Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHACR), il Premio “Cesena Città per la Pace”, giunto nel 2011 alla sua nona edizione e che nelle passate edizioni è stato assegnato, fra gli altri a padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, Gino Strada. La cerimonia di consegna del riconoscimento, alla quale parteciperanno il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore alla Cultura e alla Pace Elena Baredi, si terrà mercoledì, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani.

L’appuntamento è per le ore 16.30, nella Sala degli Specchi del Palazzo Comunale di Cesena. Alle 17.15, nella Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana, Laura Boldrini presenterà “Tutti indietro”, libro pubblicato nel 2010 e nel quale storie di uomini e donne in fuga si mescolano con quella di un’Italia combattuta tra paura e solidarietà. La cittadinanza è invitata a partecipare a entrambe gli appuntamenti. La scelta di consegnare il premio “Cesena Città per la Pace 2011” a Laura Boldrini vuole sottolineare l’impegno di una donna che ha sempre dimostrato grande sensibilità ed equilibrio nello svolgere il suo ruolo a tutela dei diritti dei migranti, dei rifugiati e  dei richiedenti asilo, spendendosi in contesti difficili con un’umanità che va al di là del ruolo istituzionale e mantenendo fermo il richiamo al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali che tutelano chi fugge dalla fame, dalla povertà e dalla guerra.

“Un impegno concreto e quotidiano – spiegano il sindaco Lucchi e l’Assessore Baredi – che ci ricorda come costruire la pace sia possibile solo impegnandosi in prima persona giorno dopo giorno, aprendosi all’ascolto dell’altro e imparando a vivere le diversità come ricchezza e dono. Il recente episodio del rogo al campo rom di Torino, accaduto solo qualche giorno fa, ci ricorda come purtroppo la paura, i pregiudizi e l’ostilità nei confronti dei migranti non siano un ricordo del passato, ma un problema attuale che molti addirittura si adoperano per alimentare, non comprendendone le possibili conseguenze. Promuovere la conoscenza reciproca e la convivenza civile, così come fa ogni giorno Laura Boldrini, deve essere un impegno irrinunciabile anche della nostra vita, a cominciare dalle relazioni che anche nella nostra città, nel nostro quartiere, nelle nostre case ci portano a incontrare persone con storie diverse dalla nostra, ma con gli stessi diritti, le stesse speranze e lo stesso bisogno di essere accolti che ha ciascuno di noi”.

Chi è Laura Boldrini
Nata a Macerata nel 1961, è una giornalista attualmente portavoce in Italia dell’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, organismo già insignito di due Nobel per la pace che offre assistenza a 50 milioni di rifugiati in quasi tutto il mondo. Laureata in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma, dal 1989 ha cominciato la sua carriera all’ONU lavorando per quattro anni alla FAO, dove si è occupata della produzione video e radio. Dal 1993 al 1998 ha lavorato presso il Programma Alimentare Mondiale (WFP) come portavoce per l’Italia, compiendo missioni in molti luoghi di crisi, tra cui Jugoslavia, Georgia, Iraq e Afghanistan. Dal 1998 lavora presso l’ufficio di Roma dell’UNHCR da dove coordina anche le attività di informazione dell’Agenzia ONU in Grecia, Malta, Cipro e Albania. In questi anni, oltre ad aver seguito le crisi in Kosovo, Sudan e Afghanistan si è in particolare occupata dei flussi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999) ed il Premio Consorte del Presidente delle Repubblica (2006). Nell’aprile del 2010 ha pubblicato per Rizzoli "Tutti Indietro", il suo racconto di passioni e di condanne per una causa inespugnata a cui l’autrice ha dedicato la sua vita professionale.

 

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