Gatteo dice no alla violenza sulle donne ricordando il tormento della giovane Antonia Pozzi
La parola come arma contro la violenza: a Gatteo saranno poesia e lettura a dare voce alla condizione femminile nella Giornata mondiale dedicata al contrasto della violenza di genere. Mercoledì alle 21 alla Biblioteca Ceccarelli, infatti, a farsi portavoce dell’attenzione che il Comune dedica a questo drammatico fenomeno saranno Annalisa Teodorani e Lucie Ferrini, impegnate a ripercorrere la vita di Antonia Pozzi con una lettura a due voci intensa e profondamente intimista.
“Vivo della poesia come le vene vivono del sangue”: poetessa milanese nata nel 1912, Antonia è stata una figura intensa e tragica, che nei suoi scritti ha saputo dare voce a un tormento intimo e personalissimo ma al contempo condiviso da un’intera generazione, all’alba dell’arrivo delle leggi razziali e del cupo odio destinato a pervadere l’Europa degli Anni Trenta.
Morta suicida a soli 26 anni, Antonia Pozzi ha lasciato un piccolo grande patrimonio di opere - poesie e fotografie - da cui si evince l’amore per il sapere, per l’arte, per la cultura e il bello: nei suoi scritti un amore ostacolato dalla famiglia d’origine diventa motivo di intensa lacerazione dell’anima, tanto da portare Antonia al gesto estremo di togliersi. Un gesto che la famiglia ha sempre negato e, implicitamente, condannato.
"La figura di Antonia Pozzi – spiegano Annalisa e Lucie, protagoniste della serata di mercoledì 25 - è emblematica della condizione in cui tante donne, ancora oggi, si trovano a vivere. Nonostante il contesto borghese e le ampie possibilità di affermazione personale, la violenza nei suoi confronti si attua tramite vincoli e imposizioni da parte di famiglia e società borghese. Una storia drammatica che testimonia come la violenza possa avere molte facce, annidandosi quasi sempre proprio nell’ ambiente familiare, fino ad arrivare a condizionare anche la memoria postuma. Le letture sono condotte sui testi stessi della poetessa e sulle biografie scritte da Alessandra Cenni e Graziella Bernabò: tutte le testimonianze confermano quanto per Antonia la poesia fosse un’esigenza vitale e insopprimibile".
“Prima la figura di Don Pino Puglisi, ora la tormentata giovinezza di Antonia Pozzi – conclude l’assessore a Cultura e Politiche sociali Stefania Bolognesi - Gatteo sceglie le storie delle persone, le loro scelte e i loro tormenti, per raccontare con teatro e narrazione fenomeni sociali drammaticamente persistenti, solo apparentemente lontani dalla nostra quotidianità. La violenza sulle donne parte da un sostrato culturale di sopraffazione che solo con la cultura stessa può essere sradicato: oggi come ieri le donne pagano un prezzo troppo alto per poter affermare la loro piena libertà di scelta”.
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