“Ali della libellula”, riparte a Longiano il ciclo di incontri e mostre
Riparte sabato a Longiano il ciclo d’incontri e di mostre delle “Ali della libellula” ideato e curato da Flaminio e Massimo Balestra. Quest’anno il ciclo è stato introdotto da una straordinaria anteprima, la mostra personale di Tinin Mantegazza, Non ero a Parigi, inaugurata il 27 febbraio (resterà aperta fino al 30 aprile). All’interno del Castello Malatestiano di Longiano e dell’attigua ex chiesa Madonna di Loreto, sede e spazio espositivi della Galleria d’arte moderna e contemporanea della Fondazione Tito Balestra Onlus, dal mese di aprile al mese di agosto 2015, avranno luogo tre diversi eventi dedicati al contemporaneo.
Alle 18 sarà la volta di Ugo Bertotti, uno dei più interessanti fumettisti italiani, che converserà in compagnia dello scrittore algerino Tahar Lamri del suo ultimo lavoro dato alle stampe, Il mondo di Aisha, ispirato alle fotografie della reporter Agnes Montanari, dedicato alle donne dello Yemen: Passano per la strada senza far rumore, come fantasmi, spesso coperte da capo a piedi dal velo nero. Nello Yemen, a volte, può sembrare che le donne non esistano. Ma molte di loro, passo dopo passo, stanno portando avanti una coraggiosa battaglia per l'emancipazione. Una rivoluzione silenziosa. Un autore di fumetti e una fotoreporter hanno raccolto le voci, le immagini, le storie di Aisha e delle altre.
Un fumetto “che oscilla tra reportage e ritratto nell’intimo – scrive Francesco Boille, in una recensione sull’Internazionale –, le donne dello Yemen, sempre coperte dal velo nero, il niqab, sembrano macchie nere. […] Nel tentativo di farlo il variegato gruppo di donne ritratto esprime un rapporto con la tradizione complesso, e dobbiamo ascoltarle con umiltà. Bertotti, che torna con successo al fumetto dopo aver pubblicato negli anni ottanta bei fumetti sperimentali su Linus e Alter alter, coniuga con maestria le antinomie sul piano visivo […], è lo stile grafico stesso, cioè il “marchio” di un autore di fumetti, a essere metafora di quel che è represso: la normalità dei sensi e del desiderio. La dignità. Il tutto in una magnifica ragnatela di movimenti raffinati del pennino, tra astrazione e macchie buone per il test di Rorschach”. Il libro in Italia è stato edito da Coconino Press, nel 2013, e in Francia da Gallimard, nel 2014. Dopo la presentazione si inaugurerà la mostra di una selezione di disegni originali realizzati per il volume Il mondo di Aisha. (La mostra resterà aperta fino al 30 giugno). A seguire: Nunc est bibendum - degustazione di vini della cantina Case Marcosanti di Poggio Torriana (RN)
Biografie
Ugo Bertotti è nato e Trento nel 1954. Si è formato all'Accademia di Belle Arti di Brera, affinando lo stile con la pratica presso importanti studi di professionisti del settore, e in seguito si è trasferito in Romagna, dove si è stabilito, instaurando una serie di prolifiche collaborazioni spesso legate al territorio. Ha esordito nel mondo dei fumetti nel 1978 su alter alter proseguendo poi la sua attività su riviste come linus, Corto Maltese ed altre riviste francesi come L'Echos des Savanes e Métal Hurlant.
Prevalentemente orientato alla realizzazione di racconti brevi, capaci di garantirgli il massimo della libertà espressiva e di assecondare il suo gusto per storie assurde e surreali, Bertotti ha anche creato dei personaggi seriali, alcuni su testi di altri autori.
Tra i personaggi più famosi nati dalla matita di Bertotti, in questo caso anche sceneggiatore di sé stesso, spicca per simpatia e importanza il cane parlante Jango, un fumetto dall'umorismo beffardo e dai colori sgargianti e vagamente pop, pubblicato a partire dal febbraio 1983 su alter alter e poi ripreso, a distanza di anni, sulle pagine della rivista Corto Maltese.
Da oltre vent’anni Bertotti si occupa prevalentemente di grafica, illustrazione ed animazione, ma l'autore ha solo ridotto, e non interrotto, la sua attività di fumettista come dimostra la pubblicazione del recente Femmes du Yemen (2012), un reportage a fumetti sulla condizione della donna nello Yemen e Il mondo di Aisha, sempre sullo stesso tema, pubblicato in Italia da Coconino Press.
Tahar Lamri (Algeri, 1958) è uno scrittore algerino naturalizzato italiano.
Ha vissuto in Libia dal 1979 al 1984, dove ha concluso gli studi in Legge iniziati in Algeria, con la specializzazione in Rapporti internazionali e ha lavorato come traduttore presso il consolato di Francia a Bengasi, successivamente si è trasferito in Francia. Dal 1986 vive in Italia, a Ravenna.
In qualità di scrittore è spesso impegnato in incontri, seminari, conferenze e in attività culturali riguardanti la letteratura straniera e la letteratura d’immigrazione.
Fra gli altri, ha pubblicato i racconti: “Il pellegrinaggio della voce” e “Ma dove andiamo? Da nessuna parte solo più lontano” in Parole di sabbia (Edizioni Il Grappolo, 2002) e la raccolta di racconti I sessanta nomi dell'amore, (Fara Editore, 2006).
È membro della redazione del giornale “Città Meticcia”, un periodico bimestrale di comunicazione interculturale, promosso e gestito dall’associazione omonima della città di Ravenna. Al Festival di Letteratura di Mantova del 2007 ha partecipato al WikiAfrica Workshop e WikiAfrica Postcard, ideati dalla Fondazione lettera 27.