"Pantani", la storia del Pirata al Teatro Comunale di Cesenatico
14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini. Sono passati 10 anni dalla scomparsa del Pirata e la sua città, Cesenatico, dedicherà al campione di ciclismo lo spettacolo del Teatro delle Albe - intitolato semplicemente «Pantani» - che ripercorre la vita di uno dei più celebri campioni del nostro tempo e che, attraverso gli occhi dei suoi genitori in cerca di verità, denuncia le grandi contraddizioni della nostra epoca.
Lo spettacolo, in programma al Teatro Comunale di Cesenatico giovedì 23 gennaio alle ore 21, è scritto e diretto da Marco Martinelli con Ermanna Montanari, Luigi Dadina e gli attori della compagnia. Pantani aveva appena compiuto 34 anni, quando venne trovato senza vita. Dopo i trionfi al Giro d'Italia e al Tour de France nel 1998, le infondate accuse di doping a Madonna di Campiglio lo condussero a un crollo psicologico spingendolo alla morte. Tra il campione che ha fatto rinascere il ciclismo come sport dell'impresa e della fantasia e la tragica fine del Pirata, vi è tutta la complessità di un'epoca al tempo stesso sublime e crudele.
Il testo di Martinelli costruisce attorno a questo anelito di giustizia un affresco sull'Italia degli ultimi trent'anni, l'enigma di una società malata di delirio televisivo e mediatico, affannata a creare dal nulla e distruggere quotidianamente i suoi divi di plastica, ma anche capace di mettere alla gogna i suoi eroi di carne, veri, come Marco Pantani da Cesenatico, lo scalatore che veniva dal mare.
La struttura dello spettacolo ricorda la tragedia greca. Come accade nell'Antigone di Sofocle, infatti, i genitori di Marco si ribellano alla ragione di Stato per restituire almeno l’onore al proprio caro ormai morto. Tonina e Paolo (interpretati da Ermanna Montanari e Luigi Dadina) sono figure archetipiche di una Romagna anarchica e carnale, in cerca della verità sul proprio figlio, quella che i media hanno brutalmente infangato. Intorno a loro gravitano altri personaggi tra cui la sorella Manola (Michela Marangoni) e il coro di amici, gregari, politici, cronisti, medici, responsabili dell’antidoping (Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Fagio, Francesco Catacchio e Francesco Mormino) che accompagnano lo scandirsi dei due intensi atti dello spettacolo.
La compagnia Teatro delle Albe è fondata nel 1983 da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni. Sviluppa il proprio percorso intrecciando la ricerca del nuovo alla lezione della tradizione teatrale: il drammaturgo e regista Martinelli scrive i testi ispirandosi agli antichi e insieme al tempo presente, pensando le storie per gli attori, i quali diventano così veri e propri co-autori degli spettacoli. Nel 1988 la compagnia acquisisce al suo interno dei griots senegalesi: Mandiaye N’Diaye (da allora "colonna" africana della compagnia), Mor Awa Niang e El Hadji Niang. Da allora la formazione pratica un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici. Gli spettacoli, da Ruh. Romagna più Africa uguale (1988) fino a La mano (2005), valgono alle Albe premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, evidenziando una poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa.