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Studio di Cna: le imprese lavorano fino al 17 agosto per pagare le tasse

Emblematico il tax free day, cioè il giorno dell'anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito disponibile per il titolare e per la sua famiglia

Come sarà nel 2017 la tassazione sulle piccole e medie imprese? Lo ha determinato, comune per comune, l’Osservatorio di Cna Nazionale, “Rapporto 2017 – Comune che vai fisco che trovi”, che fotografa numeri la mano l’andamento della situazione fiscale dal 2011 al 2017. A livello nazionale il total tax rate (in sostanza, il peso complessivamente esercitato dal fisco) arriverà al 61,2%, in leggera crescita rispetto al 2016. "Nella nostra provincia, il peso della tassazione è ancora maggiore e continua inesorabilmente a crescere: a Forlì si passa dal 63% al 63,2% e a Cesena dal 62,8% al 63%. Aumenti minimi, ma che vanno a gravare ulteriormente sulle tasche delle imprese, commenta Lorenzo Zanotti, presidente di Cna Forlì-Cesena .

IL "TAX FREE DAY" - Emblematico il tax free day, cioè il giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito disponibile per il titolare e per la sua famiglia. Sia a Forlì che a Cesena nel 2017 si dovrà lavorare un giorno in più per il fisco, rispetto all’anno precedente: si arriverà infatti al 17 agosto a Cesena (era il 16) e al 18 agosto a Forlì (era il 17). In entrambi i casi, una settimana in più della media nazionale, che colloca il tax free day al 10 agosto.L’analisi del rapporto Cna è calcolata su una impresa manifatturiera rappresentativa del tessuto economico italiano, in particolare: azienda con 4 operai e un impiegato, con reddito d’impresa di 50.000 euro all’anno.

IL CONFRONTO - A Forlì, nel 2017, un’azienda di questo tipo pagherà 31.616 euro di tasse, il 63,2% del proprio reddito e 125 euro in più rispetto al 2016. In soldoni, su un reddito di 50.000 euro alla fine dei giochi gliene resteranno in tasca 18.384. "Se consideriamo un’azienda analoga a Cesena, nel 2017 pagherà 31.511 euro di tasse, il 63% del proprio reddito - fotografa Zanotti -. Anche qui, si pagheranno 126 euro in più rispetto al 2016, quando l’incidenza totale delle imposte arrivava al 62,8%. Di quei famosi 50.000 euro, a Cesena ne rimangono 18.489. Restiamo posizionati male nella classifica delle città dell’Emilia-Romagna: Forlì è al penultimo e Cesena al quartultimo posto. Sul campione nazionale di 135 città Forlì si colloca al 103esimo posto e Cesena al 98esimo. Si confermano posizionati meglio gli altri capoluoghi romagnoli: Rimini è al 61esimo posto e Ravenna al 57°".

"Se guardiamo il peso fiscale complessivo, come abbiamo detto siamo al 63,2% a Forlì e al 63% a Cesena: entrambi dati peggiori della media nazionale (61,2%), come anche delle città vicine (Rimini si attesta sul 60% e Ravenna sul 59,9%). L’incidenza della tassazione locale si conferma del 21,1% a Forlì e del 20,9% a Cesena, mentre è più bassa sia a Rimini (18%) che a Ravenna (17,4%) - prosegue il presidente di Cna Forlì-Cesena -. Come sempre il nostro Osservatorio fornisce una gran mole di dati, che consentono di fare analisi molto dettagliate. Certo è che, alla fine, le imprese tirano una riga e guardano il prelievo fiscale totale. E purtroppo, sia a Forlì che a Cesena, nonostante le richieste fatte da Cna sia a livello locale che nazionale, le nostre imprese quest’anno dovranno dedicare un giorno di lavoro in più per pagare le imposte".

"Restiamo le pecore nere della Romagna, e in particolare la gestione della tassa sui rifiuti grida vendetta. È ora di invertire decisamente questa tendenza: le imprese hanno bisogno di ossigeno, hanno bisogno di investire per affrontare mercati sempre più competitivi e difficili - conclude -. Come è possibile farlo con una tassazione al 63%? La politica deve ricordare che le imprese del territorio sono un capitale prezioso, indispensabili per la tenuta sociale delle nostre comunità ed è per questo urgente concertare strategie di sviluppo e consolidamento”. Dallo studio emerge anche come potrebbero cambiare le cose per quelle imprese che, avendone i requisiti, scegliessero l’opzione Iri, un regime opzionale con una tassazione agevolata applicabile alle imprese in contabilità ordinaria, che si impegnano a reinvestire nel medio periodo i loro utili in azienda. Grazie a questo meccanismo, fortemente voluto da Cna, si avrebbe un notevole risparmio sulla tassazione: 1.299 euro nel caso forlivese e 1.315 euro in quello cesenate.

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