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I sindacati del commercio: "Nei giorni festivi non si lavora"

Ricordano Cgil, Cisl e Uil: "Come noto la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia” ha eliminato, ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali"

"Il lavoro nei giorni festivi non è un obbligo". Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Cesena ribadiscono "la netta contrarietà alle aperture festive nel settore del commercio". "Oggi - evidenziano i sindacati - vediamo rafforzato quanto da noi sempre sostenuto sulla base dei contenuti del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: la disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma di lavoratrici e lavoratori. Recenti sentenze confermano questa nostra impostazione, secondo la quale il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare in una giornata festiva e definisce illegittima l'eventuale sanzione disciplinare a punizione del rifiuto al lavoro festivo, se non vi sia stato preventivamente un assenso di quest’ultimo".

I sindacati invitano "ad astenersi dal lavori festivo" i lavoratori del commercio e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali in occasioni delle festività pasquali (domenica e lunedì di Pasquetta), dell'anniversario della Liberazione, il primo maggio (festa dei lavoratori) e 2 giugni (proclamazione della Repubblica). Ricordano Cgil, Cisl e Uil: "Come noto la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia”  ha eliminato, ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie".

"Le nuove regole, ancora ferme in Parlamento, se da una parte potranno permettere agli enti locali e alle parti sociali di ridiscutere di orari di apertura degli esercizi commerciali nei territori, dall’altra, non ponendo vincoli, se non la chiusura in sole 6 festività, sostanzialmente non risolveranno il problema - chiosano i sindacati -. Le liberalizzazioni sono sbagliate, non aiutano la crescita economica, creano dumping tra piccola e grande distribuzione, svendono le festività, svuotano i centri storici delle città a favore delle cittadelle del consumo, sviliscono la qualità del lavoro spezzettando la prestazione lavorativa e costringendo i dipendenti ad orari improbi ben poco concilianti con le necessità di riposo".

Le segreterie regionali e territoriali "invitano all’astensione dal lavoro per tutto il turno di lavoro delle festività sopra riportate,  ricordando ai lavoratori che sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione  potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione".
 

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