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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Si preannuncia un 2013 positivo per il vino

Bene i cereali (con l’eccezione importante del mais) e il vino; tiene la frutta, ma solo grazie al buon andamento dei prezzi che ha permesso di recuperare le pesanti perdite produttive

Bene i cereali (con l’eccezione importante del mais) e il vino; tiene la frutta, ma solo grazie al buon andamento dei prezzi che ha permesso di recuperare le pesanti perdite produttive. Positivi anche gli andamento per pollame e conigli. Sono i primi risultati, elaborati dall’Assessorato regionale all’agricoltura, dell’andamento dell’annata agraria 2012. Un’annata fortemente condizionata dagli effetti della siccità estiva che ha inciso pesantemente sulle quantità raccolte.

Tuttavia, grazie a una ripresa dei prezzi, il valore complessivo delle produzioni conferma sostanzialmente  i dati del 2011, con una produzione lorda vendibile di 4.326 milioni di euro (+0,3%). “Nonostante terremoto e siccità, il settore tiene e contribuisce in maniera determinante all'andamento della industria alimentare ed agroindustriale e quindi a mitigare gli effetti generali della crisi recessiva in regione – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - questo purtroppo non si traduce in una tenuta dei redditi agricoli che invece subiscono una riduzione a causa dei maggiori consumi irrigui e dell'aumento degli altri costi intermedi. Particolarmente negativa é poi stata l'annata per il mais. Per questo comparto e per le aziende danneggiate dalla siccità è indispensabile che già nelle prossime settimane il Ministero dell'agricoltura attivi le misure di indennizzo e di compensazione previste dalla legge per gli ‘eventi eccezionali’, da noi proposte fin dalla fine del settembre scorso."

Tra i comparti  che hanno avuto un buon 2012 il posto d’onore spetta sicuramente ai cereali. A spingere verso l’alto il comparto soprattutto grano tenero, grano duro e orzo, che grazie al buon andamento di quantità e prezzi hanno una  produzione lorda vendibile  in crescita del 46%, del 31% e del 43%. Male invece il mais, uno dei prodotti che più ha subito  le pesanti conseguenze della siccità estiva, con un calo produttivo del 43% che il rialzo dei prezzi non è riuscito a compensare.  Da segnalare per questo cereale anche i problemi legati alla qualità.

Ancora la siccità è all’origine del cattivo andamento di alcune produzioni industriali: soia (- 39,7% la produzione lorda vendibile), girasole ( -10,8%), ma anche pomodoro da industria (- 18%). Buono invece l’andamento della barbabietola da zucchero (+12%). Male anche il riso che chiude il 2012 con un doppio segno negativo sia in termini di quantità (-25%), che in valore (-40%). Per quanto riguarda la frutta, nel 2012 si è verificato un aumento del 2,8% del valore complessivo, grazie alla ripresa dei prezzi, che hanno generalmente recuperato il pesante picco negativo dell’anno precedente. Anche in questo caso tuttavia non si può non considerare il cattivo andamento stagionale.

La siccità ha fatto sentire i suoi effetti non solo sulla frutta estiva ( -13,8 e - 23,3% le quantità per pesche e nettarine, ma con una plv  comunque in crescita del 17,5 e del 3,4%), ma anche su quella autunnale. E’ il caso delle pere (- 37% la quantità, +3,5% il valore) e delle mele (-20% , stabile la plv). Unica frutta in controtendenza le ciliegie che nel 2012 hanno sommato il buon andamento produttivo (+24,5%) a quello in valore (+34,9%). Si preannuncia invece decisamente positiva l’annata per il vino emiliano-romagnolo, con una produzione lorda vendibile che sfiora il +38% a fronte di una leggera contrazione delle quantità, compensata però ampiamente del buon andamento qualitativo.

In contenuta riduzione il comparto degli allevamenti che chiude il 2012 con un -1,4% della plv. In realtà l’andamento negativo è stato soprattutto quello del latte ( -6,3% ), mentre il 2012 è stato segnato dalla ripresa in valore di tutti gli altri settori zootecnici: carni bovine (+4, 7%), suini (+1,3%), pollame e conigli (+6,4%). Tutti settori nei quali comunque continua ad essere pressante il problema dei costi di produzione e dunque della remunerazione per gli allevatori.

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