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Ritardi nei pagamenti pubblici, Confartigianato chiede la compensazione

Ritardi nei pagamenti, problema perdurante e monitorato da Confartigianato Federimpresa Cesena, con le piccole imprese artigiane strette nella morsa delle inadempienze temporali pubbliche e private.

Ritardi nei pagamenti, problema perdurante e monitorato da Confartigianato Federimpresa Cesena, con le piccole imprese artigiane strette nella morsa delle inadempienze temporali pubbliche e private. “Per chi ha bisogno della liquidità per fare il cosiddetto giro si tratta di un grave intralcio al fare impresa. Non parliamo poi dei crediti inesigiti con tempi biblici della giustizia civile per ottenere, spesso infruttuosamente, il dovuto” si legge in una nota di Confartigianato Federimpresa.

“Nonostante i miglioramenti registrati anche grazie alle continue iniziative di Confartigianato , c’è ancora molto da fare per garantire alle imprese il diritto ad essere pagate da parte degli enti pubblici nei tempi stabiliti per legge. La soluzione è semplice e Confartigianato la indica da tempo: si tratta di applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la pubblica amministrazione, che porterebbe equità e sarebbe di facile applicazione, ma la richiesta di intervienire in questo senso continua a non essere accolta”.

“Il fenomeno è avvertito anche nel nostro territorio. L’Italia detiene il record negativo in Europa per il maggiore debito commerciale della pa verso le imprese fornitrici di beni e servizi – rimarca il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena formato da Lorena Fantozzi, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi -  pari a tre punti di Pil, vale a dire il doppio rispetto alla media Ue dell’1,4% del Pil. E nonostante si siano accorciati a 58 giorni i tempi medi di pagamento degli enti pubblici, in molte aree del Paese rimangono ritardi allarmanti superiori a 100 giorni”. In generale, il 61,9% degli enti pubblici non rispetta i termini fissati dalla legge sui tempi di pagamento in vigore dal 2013. A farsi attendere oltre i 30 giorni è il 64,8% dei Comuni e il 54,5% degli altri Enti pubblici. Per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale, il 46,9% degli enti non salda le fatture entro il termine dei 60 giorni stabiliti dalla legge. Da rilevare che sfuggono ai termini di legge anche gli enti pubblici che gestiscono imposte e contributi.

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