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Economia

“Riforma in corso”, al via le iniziative promosse da CNA Forlì-Cesena

La riforma del lavoro è legge. Le imprese guardano a tutte queste novità e si chiedono come ne saranno toccate. Come cambiano le forme di contratto? Qual è il nuovo ruolo dell’apprendistato?

La riforma del lavoro è legge. Le imprese guardano a tutte queste novità e si chiedono come ne saranno toccate. Come cambiano le forme di contratto? Qual è il nuovo ruolo dell’apprendistato? E degli ammortizzatori sociali? Su questi e altri argomenti gli esperti di CNA saranno a disposizione degli imprenditori in un incontro pubblico per approfondire e dare risposte. Per capire i vincoli e soprattutto per cogliere le opportunità dello scenario aperto dalla riforma del lavoro.

Appuntamento giovedì 13 settembre alle ore 20.30 nella Sala Ex Macello in Via Mulini 25 a Cesena per l’incontro sul tema “Riforma in corso. Capire la riforma del lavoro: cosa cambia per le imprese”. Parteciperanno Sanzio Bissoni, vicepresidente CNA Forlì-Cesena; Giacomo Neri, consulente del lavoro; Alberto Matteucci, consulente contrattualistica e Franco Napolitano, direttore generale CNA Forlì-Cesena.
 
L’incontro rientra nella campagna di iniziative dedicate al tema del lavoro promosse da CNA Forlì-Cesena, che si svilupperà per un intero mese su tutto il territorio provinciale e che avrà il suo culmine il 6 ottobre nell’Assemblea annuale dell’Associazione, dedicata a questo tema.
Altri due incontri si terranno il 19 settembre a Forlì e il 20 a Savignano.
 
Ma qual è la valutazione che dà CNA della riforma del mercato del lavoro? “Il lavoro di sistematizzazione che è stato prodotto è certamente importante, ma purtroppo nel farlo si è mancati di coraggio – ha affermato Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena – ; si doveva trovare un equilibrio tra due poli: tra competitività e garanzie, tra libertà e tutele. Con sullo sfondo la grave situazione economica del nostro paese. Invece sull’altare della stabilizzazione è stata immolata la competitività. Il problema dell’abuso della flessibilità era certamente reale ma, nella narrazione che ne è stata fatta in questi mesi, si è teso a fare di tutta l’erba un fascio. Ricordiamo che le piccole imprese hanno utilizzato la flessibilità in maniera parca e corretta (in Emilia Romagna nel 2011 solo il 3% di contratti co-co-pro nelle imprese sotto i 10 dipendenti, contro il 38% delle imprese con oltre 250; solo il 2% di lavoro interinale contro il 53%) e ora ne escono penalizzate.

Questa riforma garantisce le tutele, ma solo a chi un lavoro già ce l’ha, non aiuta i giovani e non favorisce quei meccanismi di mobilità tra lavoratori che sono ormai consolidati in Europa. È chiaro che una riforma di per sé non produce nuovi posti di lavoro, ma se fatta male può aggravare ulteriormente i problemi. Occorre decisamente altro, occorrono politiche e coraggio. Ci sono ancora spazi e ampi margini di miglioramento, bisogna coglierli senza perdere altro tempo”.
 

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