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Economia

Credito cooperativo, si cambia: Bcc concentrate in grandi gruppi bancari

Una riforma attesa da tutto il mondo economico anche in Romagna, dove numerosi sono i piccoli istituti di credito che si rifanno al sistema delle Bcc

Approvata alla Camera la legge di riforma del Credito cooperativo a lungo attesa. Nessun "attacco alla cooperazione", ma anzi una normativa che rafforza il sistema e introduce benefici per i consumatori. E' stata approvata Camera dei Deputati la legge di riforma del sistema delle banche di credito cooperativo. Una riforma attesa da tutto il mondo economico anche in Romagna, dove numerosi sono i piccoli istituti di credito che si rifanno al sistema delle Bcc. Marco Di Maio, deputato romagnolo componente della Commissione Finanze, ha seguito da vicino l'iter della legge anche in stretta connessione con i vertici locali e nazionali del mondo della cooperazoine. 

"E' una legge attesa da molti anni - commenta il parlamentare romagnolo - e a più ripresa le istituzioni di vigilanza nazionali e internazionali hanno invitato l'Italia ad intervenire su questo settore. Sia per una questione di maggior solidarietà dell'intero sistema, che per una maggiore efficienza di un reticolo di banche che svolgono una funzione importante sui territori di appartenenza, ma non sempre con la medesima qualità e oculatezza". 

Il lavoro in Commissione Finanze ha consentito di apportare numerose modifiche al testo, notevolmente migliorato rispetto alla versione proposta dal Governo. "Sono modifiche importanti - fa notare Di Maio - che rispondono nella maniera più efficace possibile a chi ha sostenuto nei giorni scorsi che questa riforma fosse 'un attacco alla cooperazione'. La riforma prevede l’aggregazione delle Bcc in uno o più grandi gruppi bancari cooperativi con la possibilità però per le banche che abbiano un patrimonio superiore a 200 milioni di euro (sono 14) di proseguire da sole costituendosi in Spa controllata dalla stessa cooperativa e dietro il pagamento di un’imposta straordinaria del 20% del patrimonio; estensione della “way out” (ovvero la possibilità di uscita dal sistema cooperativo) anche a piccole banche disposte a conferire la propria attività bancaria nella Spa. Insomma, un complesso di misure che consentiranno all'intero sistema bancario di essere più solido e di sostenere la crescita". 

“Il risultato è sicuramente frutto di un paziente lavoro di sensibilizzazione e di correzione nato anche dal basso – dichiara il direttore di Confcooperative Fc Mirco Coriaci – oltre che ovviamente sul versante nazionale, che ha visto la nostra organizzazione molto presente insieme a Federcasse. Abbiamo cercato di ascoltare le esigenze provenienti dal territorio per veicolarle sulla politica, come avvenuto in occasione dell’incontro promosso da Confcooperative con i direttori delle cinque Bcc locali e con i parlamentari del territorio. A loro va il nostro ringraziamento per l’attenzione dimostrata al problema”. 

“La riforma del credito cooperativo – dichiara Riccardo Cappelli, responsabile Finanza di Confcooperative Forlì-Cesena – ha l’obiettivo di rafforzare le Bcc mantenendo però la loro vocazione mutualistica e di sostegno al tessuto economico del territorio a cui sono legate. Siamo per un sistema bancario in cui convivano, oltre alle banche globali, diversi istituti di credito cooperativo, la cui funzione – pur tra le inevitabili difficoltà di questi anni – si conferma fondamentale nel sostegno all’economia reale fatta di piccole medie imprese e di famiglie”.

HOLDING O WAY OUT CON IMPOSTA 20%. L’adesione ad un gruppo bancario cooperativo è condizione per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in forma di Bcc. La commissione Finanze ha confermato la possibilità per le Bcc con un patrimonio superiore a 200 milioni di euro di avvalersi della ‘way out’ estendendo la via d’uscita anche a piccole banche disposte a conferire la propria attività bancaria in una Spa (le riserve indivisibili verranno mantenute e la Bcc conferente sarà obbligata a proseguire le proprie attività mantenendo finalità mutualistiche). Confermata l’imposta straordinaria del 20% da pagare allo Stato se si sceglie la Way out. Ai soci non spetta il diritto di recesso.

60 GIORNI PER LA SCELTA DELLE BCC. Le banche di credito cooperativo dovranno scegliere che strada intraprendere (tra la holding o la way out) entro 60 giorni dall’approvazione del decreto.

OK RECESSO BCC DA HOLDING MA SI RINUNCIA A RISERVE. Sarà ammesso il recesso dal contratto di coesione alla Bcc che ha aderito a una holding. Anche se la strada è strettissima: o si trasforma in Spa rinunciando alle riserve o “la società delibera la propria liquidazione”.

MEF DECIDE SOGLIA QUOTA BCC IN HOLDING, ANCHE SOTTO 51%. Il ministero dell’Economia stabilirà, “sentita la Banca d’Italia”, con “proprio decreto” il “numero minimo di banche di credito cooperativo di un gruppo bancario cooperativo” e la “soglia di partecipazione delle banche di credito cooperativo al capitale della capogruppo” anche “diversa” dal 51% tenendo conto però della “stabilità”. Sarà poi Bankitalia a dettare le “disposizioni di attuazione” tra cui i “requisiti minimi organizzativi e operativi della capogruppo”, le “caratteristiche della garanzia” e il “procedimento per la costituzione del gruppo” e i “requisiti specifici, compreso il requisito minimo di patrimonio netto della capogruppo”.

200 MLN PER WAY OUT SI CALCOLANO DA DICEMBRE 2015. Per il requisito del patrimonio netto di 200 milioni che consente la possibilità di way out si prenderà a riferimento per il bilancio al 31 dicembre 2015.

NASCE FONDO SOSTEGNO PER TRANSIZIONE. Sarà temporaneo e transitorio per supportare l’operazione che terminerà con la formazione del gruppo bancario cooperativo, attraverso uno strumento di sostegno di natura mutualistico-assicurativa.

PIU’ POTERI A CAPOGRUPPO SU VERTICI BCC. In casi “motivati” la holding potrà “nominare, opporsi alla nomina o revocare uno o più componenti, fino a concorrenza della maggioranza, degli organi di amministrazione e controllo delle società aderenti al gruppo e le modalità di esercizio di tali poteri”. Nel testo originario questi casi erano definiti “eccezionali” (parola che è stata cancellata).

LE BCC DI BOLZANO. E’ stata approvata in commissione la norma che consente a Trento e Bolzano di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi composti “solo da banche aventi sede e operanti nella medesima provincia autonoma, tra cui la corrispondente banca capogruppo”. Allo stato però Trento non ha i requisiti perché le sue Bcc operano anche fuori dalla Provincia.

OK SOTTOGRUPPI TERRITORIALI NELLA HOLDING. Sarà possibile l’eventuale costituzione di sottogruppi territoriali facenti capo ad una banca costituita in forma di Spa diretta e coordinata dalla capogruppo.

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