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Il bilancio di Rete PMI: "Differiamo nell'approccio, facciamo vero gioco di squadra"

Ha compiuto da poco tempo un anno, si tratta di una nuova rappresentanza di piccoli e medi imprenditori

Ha compiuto da poco tempo un anno, si tratta di una nuova rappresentanza di piccoli e medi imprenditori. Nata anche grazie ad un patto con Corfartigianato di Cesena, la cui struttura ha fornito la “piattaforma di lancio”, “Rete Pmi”, presieduta da Luca Bettini, ha finito la sua fase di avvio e si consolida come uno dei soggetti che danno rappresentanza e servizi alle loro imprese associate. “Rete Pmi” è nata da un'uscita di diversi imprenditori da Unindustria Forlì-Cesena, in particolare diversi di dimensione più piccola e media. A sua volta Unindustria provinciale è nata nel 2012 dalla fusione di Confindustria Forlì-Cesena e Confapi.

Presidente Luca Bettini, da dove è nata l'idea di una nuova associazione della vostra categoria?
“Il nucleo di partenza è stato determinato da un'uscita da Unindustria, ma vogliamo essere inclusivi e avere relazioni con tutti. Stiamo mettendo assieme un  gruppo di imprese di livello, prima di tutto amici che credono al nostro approccio, e ci rivolgiamo anche ad un' “area grigia” di aziende non associate a nessuno, oppure che si sono allontanate dalla loro associazione e poi non hanno più trovato rappresentanza”.

Cosa vi differenzia dalle altre associazioni?
“La nostra parola d'ordine è gioco di squadra, networking tra associati. Cerchiamo di creare relazioni, business, sinergie, tra associati intesi come partner privilegiati. Inoltre, dato che la crisi c'è ancora, notiamo che molte aziende ce l'hanno fatta sono quelle che negli anni scorsi hanno investito in tecnologia e sono riusciti a modernizzarsi, noi continuiamo su questa strada”.

Un'associazione dà anche servizi.
“Grazie ad un patto associativo e non concorrenziale con Confartigianato, riusciamo a fare sinergie importanti. Avevamo bisogno di loro competenze e loro delle nostre, c'è una reciproca affiliazione”.

Quante imprese associate?
“Circa cento aziende sono associate ormai in tutta la Romagna, in particolare a Cesena e a Forlì. Andiamo dalla piccola e media industria, fino anche a soggetti più grandi”.

Voi siete usciti da Unindustria. In Romagna stiamo vedendo che i “matrimoni” anche nel mondo dell'economia non sono facili. Confartigianato Cesena si era fusa con Forlì, per poi ridividersi; alla fusione delle camere di commercio Ravenna si è sotratta e in ultimo alla nascita della Confindustria della Romagna, Forlì-Cesena si è sottratta all'ultimo.
“Nell'ultimo caso se fossi stato in Unindustria Forlì-Cesena non avrei condiviso la non fusione con le altre realtà romagnole”.

Recentemente avete illustrato un'indagine tra banche e imprese, spiegando che sta ritornando un feeling tra istituti di credito e imprese che investono...
“Sì, riteniamo che sia un rapporto bidirezionale quello tra banche e imprese. Sappiamo bene che ci sono stati momenti di tensione importanti nel credito, da parte nostra portiamo avanti una relazione continua per favorire tale rapporto e dove c'è necessità questi rapporti li intermediamo”.

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