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Economia

Reddito di cittadinanza e territorio, i tanti dubbi di Confartigianato

“Ci si chiede però: chi li farà i corsi di formazione e con quali risorse verranno finanziati?" si legge in una nota di Confartigianato

“Premesso che Confartigianato - piuttosto - è per il lavoro di cittadinanza, e che comunque è legittimo che il Governo abbia deciso di introdurre il reddito di cittadinanza avendo ricevuto il consenso elettorale anche su di esso, finora ci si è soffermati solo su due aspetti: quello economico e quello relativo ai centri per l'impiego, i quali notoriamente, anche laddove funzionano meglio come nel nostro territorio, hanno già problemi ad assolvere alle loro attuali mansioni, figuriamoci se saranno accresciute”. E’ quanto si legge in una nota di Confartigianato Cesena riguardo il reddito di cittadinanza.

“Un altro è tuttavia il cuore della questione, che riguarda anche lo sviluppo e l’inclusione del nostro territorio e che interpella Confartigianato come organizzazione delle imprese che opera con l’obiettivo dello sviluppo e della crescita dell’intero sistema. E questo cuore riguarda il progetto di inclusione socioeconomica. Chi governa assicura che chi avrà quel reddito non starà seduto sul divano, ma saranno avviati percorsi formativi e di affidamento di lavori socialmente utili dei destinatari” - si legge nella nota.

“Ci si chiede però: chi li farà i corsi di formazione e con quali risorse verranno finanziati? Stiamo ragionando di milioni di persone con condizioni demografiche, culturali e sociali diverse e frammentate. La formazione di questo esercito non potrà mica essere basica, ma più strutturata. Bene: con quali strumenti, modalità e danaro verrà allora realizzato il percorso? Chi si occuperà dell'analisi dei fabbisogni, della organizzazione degli interventi? Viene da chiedersi come mai nessuno, anche in sede dell'ampio dibattito sviluppatosi, abbia sinora affrontato finora questa questione, quella cruciale”.

“Spetterà ai Comuni e ad enti pubblici, e con che forze, fare progetti sui lavori socialmente utili? Il reddito di cittadinanza partirà a marzo, è stato annunciato, ma manca ancora tutta l'infrastruttura concettuale sul reinserimento e il riorientamento di questa massa di persone che poi le imprese dovrebbero assumere. Ma in funzione e in ragione di che cosa dovrebbero farlo, senza una risposta di sistema in termini di inclusione e formazione dei diretti interessati? I costi di un corso di formazione standard di una ventina di ore ammonta per il pubblico a 25 euro all'ora pro capite. Circa 750 euro a persona. Sono costi preventivati e inclusi nel dieci miliardi resi disponibili dal Governo per l'avvio del progetto? Oppure non sono neppure considerati? Nessuno ne parla. Eppure l’eventuale successo o fallimento della riforma sarà riconducibile a questa sua parte nobile di reinclusione delle persone nel sistema produttivo, non ad altro. Non vorremmo che si stesse per per accendere un’automobile senza aver montato il motore”

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