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Raddoppio dei compensi alla CRC, Cgil, Cisl e Uil: "Sbagliato quando tutti fanno sacrifici"

"Siamo assolutamente contrari al raddoppio dei compensi ai membri del CdA della Cassa di Risparmio di Cesena"

“Siamo assolutamente contrari al raddoppio dei compensi ai membri del CdA della Cassa di Risparmio di Cesena, votato dall'assemblea questo giovedì. Teniamo ad evidenziare che non è la misura in sè stabilita per i compensi, si tratta di cifre comunque sostenibili in un'azienda di 960 dipendenti con una complessità come quella di Cassa Risparmio di Cesena, ma il segnale che questa decisione lancia al territorio, agli azionisti, ai dipendenti, tutti impegnati in un piano di sacrifici per rilanciare l'azienda di credito più importante del cesenate”: è la presa di posizione dei sindacati confederali cesenati. L'assemblea di giovedì, infatti, ha fatto passare i compensi da 20mila a 40mila euro per ciascuno dei 7 consiglieri, mentre il primo cda dovrà stabilire anche la maggiorazione per il presidente e il vicepresidente.

Scrivono Silla Bucci (CGIL Cesena), Filippo Pieri (CISL Romagna) e Marcello Borghetti  (UIL Cesena): “Come CGIL - CISL - UIL abbiamo seguito e continuiamo a seguire con attenzione gli sviluppi relativi alle vicende che interessano la Cassa di Risparmio di Cesena ed i sui lavoratori e lavoratrici. Abbiamo valutato positivamente gli accordi appena sottoscritti dalle categorie che mirano ad una riduzione del costo del personale, ma con l'adozione di strumenti che consentono comunque agli interessati di mantenere dei livelli di reddito adeguati. Ci ha fatto piacere che i rappresentanti sindacali aziendali  abbiano anche sottoscritto, insieme ad un piano di tagli, un accordo di rilancio dell'azienda con la previsione di crescita, sia professionale che come inquadramenti dei dipendenti, in una sorta di patto generazionale con coloro che usciranno in pre-pensionamento e coinvolgendo anche il management aziendale in questa fase di contenimento dei costi convenendo una moratoria su tutti i premi sino almeno al secondo semestre del 2017”.

Alla luce di questo stride, invece, l'aumento dei compensi del cda. Concludono i sindacalisti: “Riteniamo sbagliato che in questo momento il socio di maggioranza, prima ancora che il nuovo CdA sia insediato ed operi per il rilancio dell'azienda, abbia proposto e approvato un raddoppio dei compensi dimostrando scarsa sensibilità ai sacrifici che tutti stanno facendo. Auspichiamo una diversa sensibilità e segnaliamo che le nostre rappresentanze aziendali hanno in corso una richiesta di incontro al fine di valutare insieme quali saranno i prossimi passaggi nell'interesse dei lavoratori, del territorio, degli azionisti per sostenere il loro impegnativo concorso in termini economici”.

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