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"Punto di forza della città", il decalogo di Confcommercio per il rilancio del mercato ambulante

"La premessa di fondo è che il mercato di Cesena è un punto di forza della città su cui bisogna agire per evitare che si deteriori e puntare ad elevarne sempre più la qualità"

Un decalogo per il rilancio del mercato ambulante di Cesena, con circa 240 piazzole per i commercianti su area pubblica, una storica risorsa della città. A presentarlo è Alverio Andreoli, presidente Fiva Confcommercio cesenate e regionale, sottoponendolo costruttivamente all'attenzione dell'amministrazione comunale, del sindaco Enzo Lattuca e dell'assessore allo sviluppo economico Luca Ferrini, in vista dell'apertura di un confronto che Fiva chiede diventi permanente e possa indirizzare anche verso una gestione dei servizi mercatali attraverso il coinvolgimento del privato.

"La premessa di fondo è che il mercato di Cesena è un punto di forza della città - rimarca Andreoli - su cui bisogna agire per evitare che si deteriori e puntare ad elevarne sempre più la qualità. Una criticità su cui intervenire, ad esempio, è la disomogeneità dell'area con banchi alimentari che convivono con quelli dell'abbigliamento, pertanto occorre armonizzare la disposizione, separandoli. Occorre inoltre eliminare le piazzole vuote nell'area delle calzature sotto la Rocca ottimizzando gli spazi. Un'altra necessità è quella di far fronte al sovradimensionamento dei banchi, mentre altri interventi vanno condotti anche sulla sicurezza del mercato, potenziando i controlli e migliorando la fruibilità degli spazi, attraverso le corsie del passaggio. A proposito di controlli: non va abbassata la guardia nella lotta all'abusivismo, anche nelle sue forme che potrebbero sembrare di minore impatto, ma che ledono il principio della leale concorrenza, come ad esempio i venditori itineranti di fiori, visto che si può intervenire contro i non regolari sequestrando la merce e facendo rispettare le norme. Fermo restando il nostro plauso totale per le forze dell'ordine che svolgono il proprio compito meritoriamente, con abnegazione ed efficacia. Attenzione va anche riservata alla vendita di merce usata, in spregio della norme igienico- sanitarie, perché come è noto si sono verificati casi di allergie a danno degli utenti".

"Il mercato ambulante è il più grande centro commerciale a cielo aperto della città - prosegue Andreoli -, con un bacino di utenza di varie migliaia di visitatori, con valenza sovraterritoriale specie al sabato, pertanto va maggiormente servito sul piano della sosta adottando anche politiche incentivanti sui costi del parcheggio".

"Una nostra proposta - mette in luce Andreoli - è quella di potenziare l'offerta dei servizi introducendo piccole piazzole per alcune attività artigianali, di cui l'utenza avverte la esigenza: il sarto e il ciabattino per le riparazoni veloci, il banchetto del packaging per i pacchetti,necessario sotto Natale, ma non solo".

"Per intervenire proficuamente e migliorare il mercato - aggiunge Andreoli- Fiva, che in questi anni insieme all'altra organizzazione di categoria ha operato con serietà per favorire la crescita del nostro storico centro commerciale naturale, reputa importante applicare il principio della sussidiarietà ragionando sull'affidamento ai privati della gestione del mercato ora in capo al Comune, grazie anche al fatto che sono presenti organizzazioni di rappresentanza degli imprenditori che hanno dimostrato di operare produttivamente per la qualificazione del mercato, obiettivo numero uno anche per quel che concerne l'offerta commerciale dei banchi. Tutti questi temi - sottolinea il presidente Andreoli - devono a diventare materia di confronto in un tavolo permanente a livello comunale che Fiva costruttivamente propone all'assessore allo sviluppo economico di istituire da subito. Un mercato ambulante forte, competitivo e sempre più di qualità può essere l'asso nella manica dell'intero centro storico, calamitando flussi sempre più alti, se si interverrà sulle criticità e si sprigioneranno le straordinarie potenzialità del mercato. In ballo c'è anche una emergenza sociale e culturale: in tempi di web imperante e di sovrautilizzo della rete e dei social, il mercato ambulante costituisce uno spazio vivo, vero, reale che favorisce le relazioni umane e la dimensione comunitaria, senza le quali la città si spegne e si frantuma".

"Il peso di questo settore commerciale è significativo. Gli operatori del commercio su aree pubbliche - mette in luce il direttore Confcommercio Giorgio Piastra - sono 183mila in Italia. Il 95% di queste attività è costituita da microimprese individuali. Un comparto in crescita anche nel nostro territorio, che va sostenuto con politiche incentivanti sul versante fiscale, burocratico e di dotazione di un ambiente favorevole allo sviluppo".

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